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La Sokka Gakkai della “Senzatomica”. Dall’antinuclearismo di facciata al militarismo in politica

2021-02-10 00:00

OS

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La Sokka Gakkai della “Senzatomica”. Dall’antinuclearismo di facciata al militarismo in politica

La Soka Gakkai si spinge in Valsusa. La setta giapponese che persegue la pace nel mondo appoggiando le guerre...

La Soka Gakkai si spinge in Valsusa. La setta giapponese che persegue la pace nel mondo appoggiando le guerre. Tutta la storia di una setta che all'estero fa proselitismo con la facciata della pace ma in patria ha il controllo di un partito di centro-destra che non nega i suoi voti alla partecipazione giapponese ai conflitti armati.

 

di Valsusa Report

 

La mostra “Senzatomica. Trasformare lo spirito umano per un mondo libero da armi nucleari”, rientra in una campagna di sensibilizzazione promossa dall’Istituto Buddista Soka Gakkai, “l’obiettivo è la creazione di un movimento di opinione per l’elaborazione e l’adozione di una Convenzione Internazionale contro le Armi Nucleari. Scopo dell’esposizione, che prosegue nel cammino di sensibilizzazione al disarmo nucleare intrapreso dal presidente della Soka Gakkai Internazionale, Daisaku Ikeda, è diffondere una concreta cultura di pace attraverso un percorso di immagini, documenti e testimonianze di uomini e donne che vissero il dramma di Hiroshima e Nagasaki”, come si legge in un comunicato dell’associazione.

Già in passato l’Italia si è espressa nel modo più giusto. Con due referendum il popolo italiano ha messo fine all’esperienza nucleare civile dell’Italia. Si è così impedito che il nostro paese, come si sospetta per altri, dal civile passi al bellico. Ad esempio dalle scorie delle centrali atomiche si possono fabbricare le cosiddette “bombe sporche”, micidiali e altamente inquinanti.

Lo Stivale, chiedendo un netto rifiuto al nucleare, lo fa di riflesso sul disarmo nucleare, e alle volte si spinge anche più in là chiedendo il rifiuto delle guerre e degli eserciti, come avvenne per il movimento per la pace in Italia, uno dei più grossi in Europa.

L’organizzazione di questa mostra ha come riferimento la SGI-Italia di origine nipponica, scrutando un po’ in internet si trovano molti riferimenti a questa associazione. Associazione che in Giappone ha un’espressione politica molto forte, il Komeito.

“Nell’ambito delle relazioni fra il Buddismo e la politica, la costituzione di un partito politico da parte di un gruppo buddista in una società democraticamente avanzata come quella giapponese non è stato ancora approfonditamente discusso a livello accademico. Nondimeno la sua potenziale importanza è evidente se si considera che il Komei-to [partito (to) per un governo pulito], sostenuto dalla Soka Gakkai, spesso entra a far parte di coalizioni di governo. Uno dei motivi della partecipazione alla politica della Soka Gakkai – attraverso il Komeito – è che questo coinvolgimento si basa sui principi del Buddismo mahayana di impegno attivo nella realtà sociale. Bisogna notare comunque che nella storia moderna del Giappone, i movimenti politici le cui attività si riferivano agli ideali buddisti sono stati ben pochi, e fra questi soltanto il Komeito è riuscito ad andare avanti con successo.
A metà degli anni Cinquanta, la Soka Gakkai presentò propri candidati alle elezioni dei governi locali. Nel 1961 formalizzò la sua partecipazione con la formazione della Lega politica Komei, e nel 1964 il movimento si trasformò in un partito politico giapponese ufficiale, appunto il partito Komei”, espresso nel sito dell’istituto, qui.

E si trovano anche delle opposizioni che ci portano dei riflessi della situazione oltre oceano. “A correre al fianco del partito di maggioranza vi è stato infatti il suo tradizionale alleato, il NKP (New Komeito Party, ‘Partito del Governo Pulito’), emanazione politica del movimento religioso di matrice buddhista noto come Soka Gakkai (‘Società per la creazione dei valori’), estremamente diffuso anche in Occidente. L’apporto del NKP si è rivelato fondamentale ai fini della vittoria elettorale dello scorso dicembre, così come all’ottenimento dell’agognata maggioranza dei due terzi dei seggi della Camera Alta (storica roccaforte dell’opposizione di centrosinistra): sui 121 seggi in palio, l’LDP ne ha ottenuti 65, mentre l’NKP ne ha conquistati 11, per un totale di 76.
L’ideologia-guida del partito si basa infatti su un umanesimo improntato su principi buddhisti di pacifismo e rispetto per il valore della vita. Eppure il partito New Komeito, considerato il ‘braccio politico’ della Soka Gakkai, è al centro di numerose critiche e polemiche, sia per l’ambiguità del rapporto che intercorre tra l’organizzazione religiosa e il partito che in essa trova sostegno (il NKP può contare su una base elettorale di circa 8 milioni di persone, fondamentalmente famiglie e singoli individui legati all’ambiente della stessa Soka Gakkai, anche se i portavoce di quest’ultima sostengono la separazione della sfera politica da quella religiosa); sia per la contraddittorietà di certe sue posizioni.
Ad esempio, nel 2004 esso appoggiò l’invio delle Forze di Autodifesa in Iraq, scelta tra l’altro formalmente criticata dai membri della Soka Gakkai; ma che, nelle parole di Terasaki Hirotsugu (direttore esecutivo dell’ufficio per gli Affari della Pace della Soka Gakkai Internazionale), si configurava come una “scelta dolorosa”, in quanto “l’essenza di un partito politico dipende dalla sua abilità nel realizzare la propria politica”. La necessità primaria era cioè quella di puntare a un ‘realismo politico’, cercando principalmente di rimanere inatomica2 gioco. D’altra parte, l’invio delle Forze di Autodifesa poteva benissimo considerarsi come una mossa collocata nell’ambito della promozione del peace-keeping , realizzata sotto l’egida dell’ONU.
Va però considerato che, come si è detto, la base del sostegno elettorale del partito è composta essenzialmente da affiliati alla Soka Gakkai, così come la maggior parte dei candidati presentati, i quali tendono a seguire le direttive dell’associazione religiosa. Essa è oggetto di aspre critiche, anche e soprattutto al di fuori dei confini del Giappone (come testimoniano ad esempio i vari siti web, sia in italiano che in inglese, dedicati alle ‘vittime della Soka Gakkai’), in quanto ritenuta un’organizzazione di impostazione elitaria, settaria e gerarchica, basata sul proselitismo e su meccanismi di condizionamento mentale”, rilevabile dal sito Lindro.it

Ed anche la vicinanza ad organi di destra politica si incontrano sul sito no alla soka gakkai. “In Giappone Ikeda riveste una grande influenza sul New Komeito , partito che ha permesso la vittoria del centrodestra. Ikeda non è in alcun modo intervenuto in opposizione alla politica di intervento in Iraq e al sostanziale appoggio alle teorie della guerra preventiva dell’amministrazione americana , e in quest’ottica anzi l’attuale governo nipponico pare intenzionato a modificare la parte della Costituzione che impedirebbe all’esercito giapponese di intervenire all’estero e di avere un apparato militare che non sia di sola difesa. Il New Komeito Party, ispirato, nonché guidato interamente da personalità aderenti alla setta di Ikeda, ha infine appoggiato nella votazione l’invio di un contingente di cinquecento uomini in Iraq, di fatto non ostacolando in alcun modo un’azione di guerra; i principali detrattori della setta e del suo “padre-padrone” vedono proprio in questo una conferma della mancata aderenza agli ideali di pace, democrazia, tanto sbandierati, in particolar modo all’estero.
Soprattutto in Giappone, critiche vengono mosse da chi sostiene che le posizioni della Soka Gakkai favorevoli alla pace, le raccolte di firme contro la pena di morte (queste però mai effettuate nel paese nipponico, dove la Soka Gakkai mai si è opposta alla condanna capitale che in Giappone si attua per impiccagione), la promozione dell’ambientalismo, non siano che iniziative di facciata per favorire il proselitismo all’estero e che si scontrano con la “pratica” degli attivisti, così, ad esempio, il Komeito ha votato a favore dell’invio di 500 soldati giapponesi in Iraq e del progetto dell’esecutivo di riarmare il paese con due disegni di legge atti alla ristrutturazione dell’apparato militare. Secondo il giornale PeaceReporter gli esponenti politici del Komeito sono tutti membri della Soka Gakkai, nonostante il partito sia formalmente separato da essa. E’ tuttavia da considerare che il Komeito non esiste più nella sua forma originaria.

L’attuale partito di riferimento della Soka Gakkai è il New Komeito Party nato da una fusione, avvenuta nel 1998, con il Clean Government Party e il New Peace Party i cui membri non appartenevano necessariamente alla Soka Gakkai. Per il Japan Times questo ha portato a importanti differenziazioni tra il New Komeito Party e la Soka Gakkai su alcuni argomenti cruciali di politica estera, dovendo il primo rispondere alla coalizione e a diverse posizioni interne. Secondo il mensile Sokai (giugno 2004) la Soka Gakkai non ha fatto nulla per ostacolare la linea del governo, sostenitore dell’amministrazione Bush. Altro mensile giapponese, il Chuo Koron (febbraio 2005) parla della Soka Gakkai come di uno strumento elettorale.
Nonostante il Komeito, il partito fondato dalla Gakkai stessa, sia oggi formalmente separato dalla SG, tutti i suoi apparati, dai politici fino all’ultimo impiegato, sono membri della Gakkai, e quindi sottoposti al fascino e soprattutto al potere di Ikeda. Se il Presidente ce l’ha con qualcuno in politica, non gli è difficile rovinarlo economicamente poiché ogni membro sarà lieto di fare qualcosa per la causa di kosen rufu [“portare la pace nel mondo”, ovvero l’azione di espansione della Soka Gakkai nel mondo attraverso il proselitismo], ad esempio cancellare importanti contratti di fornitura con persone scomode o bloccare la pubblicazione di libri “troppo critici”. Ogni anno la SG tiene uno speciale meeting di leader riguardante il sostegno al Komeito”.

Altri siti ci portano una fotografia dell’interno di questa associazione, ad esempio il sito fiore di loto nel capitolo Lo “STATO VITALE” ci racconta: “Qualsiasi seguace della Soka Gakkai è pronto a giurare che da quando segue il metodo suggeritogli (ovvero la ripetizione vocale del nam-myo-ho-renge-kyo e del gongyo) SENTE che il suo stato vitale è… più alto. Questa convinzione ha un sottofondo di verità che rende la situazione ancora più ingannevole. La pratica della Soka Gakkai, infatti, segue ritmi veloci, concitati, prolungati, e può quindi effettivamente scatenare un aumento di catecolamine nel sangue, ovvero di adrenalina e noradrenalina. Si tratta dello stesso fenomeno psicofisico che si verifica in determinati soggetti mentre ascoltano la musica rock o quando vengono ballate determinate danze sciamaniche scandite dal ritmo ripetitivo e ossessivo dei tamburi. Ripetere a lungo un mantra, un ritmo musicale, una danza, sono atti che influiscono nel nostro equilibrio biochimico, alterando lo stato di coscienza, stimolando varie funzioni neurovegetative, creando dipendenza psicologica. Il risultato di queste pratiche ripetitive e ritmiche è uno stato euforico ed iperattivo. Ciò è dovuto al livello di adrenalina nel sangue. Non si tratta di nulla di mistico! E soprattutto, ripetiamo che ciò non ha proprio nulla a che vedere col buddismo, che anzi predilige lo stato meditativo, ritenendolo più consono alla contemplazione della mente e alla consapevolezza della vera natura impermanente della realtà. I fenomeni psicofisiologici legati alla ripetizione di mantra, non hanno bisogno di speciali formule verbali, l’adrenalina viene fuori anche se ripetete velocemente e ininterrottamente per un’ora “coca cola, coca cola, coca cola…”
Varie religioni hanno intuitivamente “scoperto” tali fenomeni, che non riguardano solo le catecolamine ma anche le endorfine, gli ormoni ecc., e lo hanno ritualizzato con preghiere, litanie e canti.
A volte queste pratiche inducono stimolazione, altre volte rilassamento, addirittura stati di trance semi-ipnotica. Si pensi al rosario, ai canti gregoriani, al mantra hare krishna hare rama, allo Shmà Israel, al Kyrie Eleison, ma anche alle innumerevoli recitazioni delle religioni animiste, della Kabbala, delle devozioni popolari, delle devozioni primitive. La pratica suggerita dalla Soka Gakkai è neuro-endocrino-stimolante. Onde evitare di cadere in stati di semi-incoscienza, viene prescritto di FISSARE UN PUNTO sul muro in modo da tenere gli occhi bene aperti e rimanere svegli. L’ideale resta però poter fissare il cosiddetto “oggetto di culto”, ovvero una stampa (gohonzon) che riproduce ideogrammi giapponesi che danno alla vittima l’illusione di sentirsi immerso in una atmosfera esotica che facilita la sua fuga simbolica dalla realtà. L’abitudine ad aumentare il proprio livello di adrenalina può effettivamente dare un aiuto psicologico in alcune circostanze, come un po’ di sollievo ai depressi, ma non è sempre e comunque una pratica salutare, specialmente per gli ipertesi, che possono aggravare la propria sintomatologia. Va anche detto che se la pratica viene ripetuta spesso, ciò può creare uno stato di dipendenza psicologica dalla pratica stessa, così come avviene con le droghe. Anziché ammettere che la pratica insegnata ha unnuclerae-No banale effetto nell’equilibrio biochimico delle persone, con ovvie ripercussioni psicologiche, si preferisce dare una interpretazione del tutto irrazionale, atta a stupire i seguaci”.

Lungi da noi interpretare le scelte di religione, come quelle politiche tale è che la mostra “Senzatomica” è stata insignita di una medaglia quale speciale premio di rappresentanza dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel febbraio 2011. Come diritto d’informazione questa è la situazione. Ed esprimendo un parere singolare, tutto ciò che è contro l’atomica e il suo mondo va sicuramente aiutato ad esprimersi, e come insegna il passato schierarsi con chiunque potrebbe sempre portare a situazioni pericolose dove la parte scelta potrebbe rivelarsi sbagliata. Guardare ma non toccare è sempre stato un proverbio importante.

 

V.R. 16.10.14

Dirittto di replica

 

Istituto Buddista Soka Gakkai, tramite il suo ufficio stampa, solo adesso in risposta ci tiene a far sapere: “per maggior chiarezza, se da una parte molti esponenti della Soka Gakkai  incoraggiarono negli anni sessanta l’impegno attivo in politica (come in varie parti del mondo), a metà degli anni settanta si giunse alla netta separazione tra religione e vita politica.  Oggi il Komeito, composto e votato da membri della Soka Gakkai giapponese  é il terzo partito politico del Sol Levante. Negli anni novanta insieme alle forze della sinistra tradizionale diede vita al Primo Centro-Sinistra Giapponese ed attualmente è alleato dell’ LPD. Tuttavia anche nelle materie più cruciali e dirompenti le opinioni tra Soka Gakkai e Komeito sono spesso differenti e a volte nettamente divergenti, come nel caso dell’Iraq e della riforma dell’articolo 9 della Costituzione giapponese, tanto da impedire una modifica in senso militarista come era nelle intenzioni del  Primo Ministro Abe. (vedi anche l’ultimo fondo dell’Economist: http://www.economist.com/news/asia/21623777-opposition-struggles-counter-dominant-primeminister-not-ready-prime-time) o un intervento armato del Giappone in Iraq, come invece fece l’Italia”.

Si aggiunge che la precisazione alla nostra inchiesta, ci trova favorevolmente contenti dato l’impegno antinuclearista dell’associazione SGI. L’ufficio stampa SGI-Italia segnala inoltre queste letture a completamento dell’inchiesta: Massimo Introvigne, Enclopedia delle religioni (CESNUR 2014), quelle della prof.ssa Maria Immacolata Macioti e del prof. Karel Dobbelaere poi pubblicate rispettivamente in: Il Budda che è in noi (Seam edizioni, Roma, 1996) e La Soka Gakkai, un movimento di laici diventa una religione, ElleDiCi, Torino, 1998), degli atti del convegno (sulla presenza buddista in Italia) “Oggi il Risveglio”, tenutosi al Centro Congressi dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza nel maggio 1994 (La critica sociologica, 111-112 autunno/inverno 1994-1995) e dell’articolo della prof.ssa Macioti “L’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai a un bivio” (La critica sociologica, 141. primavera 2002).
Sempre di Maria Immacolata Macioti: Il fascino del carisma – Alla ricerca di una spiritualità perduta, Liguori editore, Napoli, 2009, la voce Soka Gakkai ne Le religioni in Italia (a cura di Massimo Introvigne e Pierluigi Zoccatelli, ElleDiCi, Torino, 2006) Oppure la parte sul Buddismo di Nichiren Daishonin contenuta nel libro Coscienza e cambiamento, di Riccardo Venturini, Cittadella ed. Assisi, (Pg.), 1998, e non ultimo il saggio dell’accademico cattolico Antonio La Spina, Daisaku Ikeda, Idee per il futuro dell’umanità (Editori Internazionali Riuniti 2014).

 

Da TGValleSusa


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