Giungendo alla terza puntata di questa nostra rassegna, ci par dunque opportuno citare alcuni gruppi sia sedevacantisti sia sedeprivazionisti che forse, per seguito, influenza e peculiarità delle loro posizioni, maggiormente si distinguono dagli altri aggiungendosi così al già importante caso della Fratellanza Sacerdotale di San Pio X fondata da Mons. Lefebvre.
Il più noto, anche per le fortune conosciute negli ambienti cattolici più tradizionalisti del nostro paese, è molto probabilmente il gruppo sedeprivazionista, che ebbe le sue origini nei primi dissidi che divisero il dominicano Padre Michel Guérard des Lauriers, noto anche come Frà Louis-Bertrand, dallo stesso Mons. Lefebvre. Ordinato vescovo nel 1981 dall’arcivescovo di Hué, il vietnamita Pierre-Martin Ngo-Dinh Thuc, che aveva già provveduto ad oltre cento consacrazioni episcopali illecite nel mondo cattolico più reazionario, si ritrovò di fatto ad ereditarne il ruolo e le posizioni, a maggior ragione quando l’arcivescovo rientrò in comunione con la Chiesa Cattolica per poi poco dopo morire, nel 1984.
Secondo Mons. Des Lauriers, a partire dalla dichiarazione conciliare sulla libertà religiosa “Dignitatis humanae” del 1965, Paolo VI sarebbe caduto in eresia perdendo la sua autorità pontificia, e così anche tutti i suoi successori e coloro che hanno nel frattempo ordinato come cardinali, vescovi e via dicendo. A suo giudizio, pertanto, i cardinali e vescovi residenziali dovrebbero chiedere con loro “monizioni canoniche” a chiunque in quel momento sia il Pontefice di recedere dall’errore, altrimenti perderebbe il suo ruolo anche materialmente e non solo formalmente e si dovrebbe procedere ad un nuovo conclave che consenta di ripristinare lo status della Chiesa Cattolica a prima del 1965. In quanto “sedeprivazionista”, di conseguenza, Mons. Des Lauriers si oppone sia ai tradizionalisti come la Fratellanza che riconoscono la legittimità del Papa, sia ai “sedevacantisti” che non lo considerano tale né formalmente né materialmente, sia ai “conclavisti” che vorrebbero giungere ad un conclave senza previe “monizioni canoniche” da parte di vescovi e cardinali.
Il gruppo fondato da Mons. Des Lauriers ha guadagnato molte adesioni soprattutto da persone provenienti dalla Fratellanza e scettiche sulle prospettive di dialogo che quest’ultima intratteneva con la Chiesa Cattolica. Alcune, tuttavia, in seguito sono ritornate sui loro passi, oppure hanno nuovamente intrapreso la ricerca di vie autonome, con la formulazione di nuove tesi teologiche e dottrinarie e con la fondazione di nuove e personali realtà minori del Cattolicesimo ultra-conservatore. In Italia i “sedeprivazionisti” sono ugualmente ben rappresentati ma, come all’estero, nel tempo hanno conosciuto non soltanto adesioni ma anche defezioni, secondo un principio che solitamente accomuna tutti questi movimenti.
Vi sono poi i “sedevacantisti” veri e propri, anch'essi ben presenti in Italia soprattutto a partire dagli Anni '90, e che condividono la tesi già esposta anche dagli altri movimenti secondo cui tutti i Pontefici da Paolo VI in avanti sarebbero formalmente eretici e persino apostati della dottrina cattolica tradizionale, se non addirittura anche il predecessore dello stesso Paolo VI, Giovanni XXIII. Partendo dall’assunto che nessun eretico non possa neppure essere validamente eletto al Pontificato, il successore di Paolo VI, Giovanni Paolo II, ad esempio non andrebbe considerato pontefice avendo espresso tesi in odor di eresia anche prima della sua elezione. Per i “sedevacantisti”, pertanto, la Santa Sede sarebbe vacante non avendo alcuna legalità la sua occupazione materiale da parte di un usurpatore. Ritenendo dubbia la successione apostolica degli attuali cardinali e vescovi, anche la soluzione prospettata da Mons. Des Lauriers di giungere ad un conclave attraverso le “monizioni canoniche” non avrebbe una praticabilità ed una piena credibilità legali.
Secondo i “sedevacantisti”, di conseguenza, la soluzione sarebbe quella di attendere momenti migliori, resistendo e facendo del proprio meglio fino a quando non vi sarà nel “gregge” una consapevolezza abbastanza diffusa dell’attuale situazione da smuovere la Chiesa e riportarla ad uno status preconciliare. Sul da farsi e sul come si possa comunque uscire da un tale impasse, il dibattito teologico e dottrinario all’interno dei “sedevacantisti” resta in ogni caso molto vivo e non privo di sorprese.
Anche nel caso dei “sedevacantisti” italiani, proprio per diffondere maggior consapevolezza e preservare la verità, è molto forte l’apostolato, che nel tempo si è esteso in più parti del mondo. Sono infatti molti i gruppi sedevacantisti sorti nel corso del tempo nel Nord America come nel Sud America, a tacer ovviamente dell’Europa. Molti sono poi i contatti anche con gruppi sorti dall’attività del già menzionato arcivescovo emerito di Hué, il vietnamita Pierre-Martin Ngo Dinh Thuc, le cui più di cento consacrazioni episcopali illecite nel mondo ultra-conservatore cattolico sono state alla base di una vasta e prolifica galassia di piccoli e medi movimenti religiosi sviluppatisi nel corso del tempo in tutto il mondo.