Il caso dei sedevacantisti, dei sedeprivazionisti e di tutti i tradizionalisti cattolici nel loro insieme non può non incuriosire se pensiamo alle grandi differenze che li dividono all'interno della più generica galassia che vanno a comporre. Sono però tutti accomunati dallo zelo di voler preservare e riaffermare quella che per loro è l'unica verità, ovvero il Cattolicesimo preconciliare, possibilmente non soltanto precedente al 1965, ovvero a Paolo VI, ma persino al 1958, e quindi a Giovanni XXIII, a cui imputano quelle prime e sgradite "innovazioni" che precedettero il Concilio Vaticano II di cui fu peraltro l'inauguratore. Nel far ciò, tuttavia, alcuni di loro non si limitano soltanto ad osservare un Cattolicesimo preconciliare, ma addirittura a partire da quello per introdurvi delle proprie "innovazioni" che agli occhi di tutti gli altri tradizionalisti potrebbero facilmente apparire, e non di rado per davvero appaiono, come altre pericolose "eresie". Si tratterebbe, dunque, di qualcosa che andrebbe ben oltre un semplice spirito di "Controconcilio".
Ad interessarci, ad ogni modo, è soprattutto la capacità che tutti questi vari gruppi e movimenti hanno, talvolta loro malgrado e quindi inconsapevolmente, talvolta invece proprio intenzionalmente, di poter lavorare all'unisono su quello che identificano come un problema o un obiettivo comune, che non sia semplicemente la demonizzazione o il rifiuto delle posizioni cattoliche postconciliari. Abbiamo infatti notato come, in più casi, certe lotte portate avanti da questi gruppi e movimenti siano state condivise anche da altre realtà settarie appartenenti al Cristianesimo sia ortodosso che delle varie Riforme, ossia moltissimi gruppi protestanti, evangelici, millenaristi, pentecostali, avventisti, ecc, che nel corso del tempo sono affiorati non soltanto nei paesi di cultura anglosassone ma anche altrove, dall'Asia all'America Latina, dall'Africa al Mediterraneo e quindi anche nel nostro stesso paese.
Un primo caso è stato quello dell'Islamofobia, che ha riunito insieme tutti questi gruppi e movimenti soprattutto all'indomani dei fatti dell'11 Settembre e della Guerra al Terrore portata avanti dagli Stati Uniti e dai paesi occidentali dapprima contro Al-Qaeda e successivamente anche contro altre realtà, ubicate in più paesi, così come contro certi stessi paesi e loro governi come l'Iraq nel 2003. Intravedendo in questa nuova campagna una valida possibilità per mettersi in luce e raccogliere così nuovi spazi e fedeli, e al tempo stesso una nuova "Crociata" contro un eterno nemico della fede cristiana, gli ambienti più estremisti del cattolicesimo si sono ritrovati ad operare fianco a fianco con quelli più estremisti di tutti gli altri rami del Cristianesimo, ortodosso o riformato che fosse. Si trattava, a seconda dei punti di vista, di combattere gli Infedeli, il Demonio o di evangelizzare nuove terre che finora erano state appannaggio proprio di costoro consacrandole così alla vera fede, e prima ancora di mettersi alla guida di questa nuova Crociata per guidarla secondo i principi della "verità".
Un altro caso che invece oggi sembra ottenere crescente adesione da parte di tutti questi gruppi e movimenti è quello della Sinofobia, nella nuova e neanche troppo silenziosa competizione che si è venuta a scatenare fra gli Stati Uniti e l'Occidente da una parte e la Cina dall'altra. Agli occhi di tutti questi gruppi e movimenti, infatti, la Cina rappresenterebbe al tempo stesso ben due mali: da una parte, la sua cultura tradizionale considerata come inconciliabile con quella occidentale ed in particolare della cosiddetta "Europa bianca e cristiana", un concetto che, del resto, veniva e viene tuttora fatto valere anche nei confronti degli arabi e degli africani, che hanno un'altra cultura ed una pelle di diverso colore e che, almeno per loro, sono in gran parte se non tutti musulmani; dall'altra, la sua politica, determinata dall'avere un "regime comunista" e quindi "ateo", che la rende analogamente minacciosa e perniciosa per l'identità dei popoli cristiani ed europei esattamente quanto in precedenza poteva esserlo, ai loro occhi, l'Unione Sovietica. In tal modo, la Cina risulta per loro persino una "doppia minaccia" rispetto anche all'antico "Impero del Male" di reaganiana memoria.
Una forte impennata di questo furioso zelo anticinese da parte di tali gruppi e movimenti si è registrato dal momento in cui, sul finire del 2019, ha cominciato a fare ufficialmente la sua apparizione il Covid. Ben presto si sono visti molti di questi movimenti, o anche di loro singole personalità ed aderenti, tutti comunque in buon numero, sposare tesi apocalittiche che intravedevano in questo virus un nuovo "segno dei tempi", un ennesimo monito dal Cielo al pentimento, alla conversione e alla redenzione prima dell'Apocalisse, esattamente come era avvenuto nell'Anno Mille e come si era ripetuto nell'Anno Duemila, a tacer poi delle varie epidemie, pandemie ed altre calamità che nel corso dei secoli hanno sconvolto il mondo. Anche per questo motivo, molti sono stati gli inviti e le diffide da parte di questi gruppi e movimenti a rifiutare i vaccini contro il Covid, identificati spesso in strumenti ingannevoli del Maligno da sostituire al contrario con la preghiera e la penitenza.
Tali gruppi e movimenti, comprensibilmente, sono stati un terreno molto fertile per tutte le successive campagne anticinesi basate sul fatto che il Covid fosse stato per la prima volta diagnosticato ed isolato proprio in Cina, cosa che ha motivato ulteriori letture basate sul pregiudizio e sull'oscurantismo. Di fronte a tutti questi elementi, non è stato così difficile per questi gruppi e movimenti prestarsi ad un'opera di vere e proprie "casse di risonanza" per la propaganda anticinese che nel frattempo anche su importanti rubriche giornalistiche e televisive parlava di virus creati in laboratorio dalla Cina e di una strategia portata avanti da quest'ultima per la conquista del mondo mandando in crisi l'Occidente e diffondendovi ovunque i propri vaccini.
D'altronde, i gruppi e movimenti del Cattolicesimo tradizionalista, sedevacantista, sedeprivazionista e via dicendo neppure condividono la politica dei Concordati portati avanti dalla Santa Sede nei confronti dei vari Stati con cui si trova ad interloquire; senza poi contare che soprattutto per sedevacantisti e sedeprivazionisti nessun Papa dal 1965 in avanti è realmente tale, e degno dunque di considerarsi come tale, per via delle posizioni "eretiche" postconciliari di cui li accusano. Conseguentemente, anche la ricerca di un Concordato portato avanti dalla Santa Sede con la Cina per costoro sarebbe un atto privo di validità, oltre che una svendita del Cristianesimo a quel paese e al suo governo che identificano come "materializzazione" del Male sulla Terra, e un volerci persino andare a braccetto da parte di quel Papa Francesco che più di tutti i suoi predecessori identificano come la figura demoniaca descritta nelle letture apocalittiche.
Tutte queste speculazioni, immaginazioni e fantasie tanto abbondanti in tali gruppi e movimenti potranno magari sembrarci una rappresentazione grottesca e stereotipata dei peggiori "Secoli Bui", ma in realtà si tratta di una realtà che negli ultimi anni sta conoscendo una sempre più forte espansione grazie soprattutto allo strumento dei social media.