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Se anche la stampa italiana parla di Epoch Times e del Falun Gong (Prima Parte)

2022-03-31 11:00

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Se anche la stampa italiana parla di Epoch Times e del Falun Gong (Prima Parte)

Lo scorso 29 marzo la prestigiosa testata italiana "Internazionale", dedita all'approfondimento soprattutto di tematiche di esteri, è uscita con un lu

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Lo scorso 29 marzo la prestigiosa testata italiana "Internazionale", dedita all'approfondimento soprattutto di tematiche di esteri, è uscita con un lungo articolo dedicato al Falun Gong e al suo più noto ed importante organo di stampa, "The Epoch Times". Il suo titolo, cauto e professionale, fa già capire che c'è qualcosa di "grosso" di cui occuparsi: "Il giornale che pochi conoscono e che andrebbe tenuto d'occhio". Si tratta, per la verità, della fedele riproduzione di un articolo apparso alcuni giorni prima, il 10 marzo, sulla testata londinese "OpenDemocracy", il cui titolo tradotto in italiano risulta già più eloquente: "Il gigante mediatico di cui non hai mai sentito parlare, e perché dovresti farci attenzione". 

 

L'intento di aver voluto rendere fruibile questo articolo anche al pubblico italiano è senza dubbio più che lodevole. Si comincia raccontando di una conferenza tenuta a Vienna da un ingegnere tedesco, Steffen Lohnitz, a cui hanno partecipato alcuni "media alternativi" austriaci e tedeschi, e dedicata a sostenere le tesi negazioniste sul Covid e i vaccini. Ciò che ha incuriosito i responsabili di OpenDemocracy e, intuibilmente, anche di Internazionale, è il fatto che a dare un ampio risalto mediatico alla conferenza di Lohnitz sia stato un colosso mediatico con sede a New York e gestito da "un gruppo religioso dissidente cinese": ovvero Epoch Times e la setta Falun Gong, nota anche come Falun Dafa. Il servizio dedicato all'evento da Epoch Times è infatti ben presto divenuto virale sui social, a partire da Facebook e Telegram, esattamente come del resto era già avvenuto in precedenza con altri di analoghi pubblicati dal giornale del Falun Gong ed ugualmente tesi a sostenere tesi complottiste.

 

Come abbiamo più volte documentato anche noi, dalla sua fondazione ad oggi Epoch Times come altri media gestiti dal Falun Gong (Vision Times, New Tang Dinasty, ecc) ha conosciuto una continua crescita, che si è poi ulteriormente irrobustita a partire dal 2016, quando ha sposato la campagna elettorale di Donald Trump negli USA guadagnandosene le simpatie, oltre a guadagnarsi anche quelle di Steve Bannon nel cui staff ha accolto consulenti della setta per meglio delineare la strategia di contrasto statunitense alla Cina nel nome della sua ideologia definita come "sovranismo". Comprensibilmente, anche in Europa l'influenza di Epoch Times da allora ha cominciato a salire, e al momento il giornale esce in 33 paesi e 31 lingue, diventando un punto di riferimento per i negazionisti e i complottisti di vari paesi europei come il nostro ed iniziando anche a reclutare nuovi giornalisti soprattutto in Inghilterra per meglio espandere e consolidare la sua attività.

 

L'opacità che circonda il colosso mediatico del Falun Gong è testimoniata da varie fonti, dal Cemas a NewsGuard, secondo i quali Epoch Times pubblica i propri articoli in modo poco responsabile, non verificato e soprattutto mantenendo sempre un forte riserbo sui suoi finanziamenti, che indubbiamente devono essere molto cospicui a giudicare dalla forte crescita che ha conosciuto nel corso degli anni. Non si pubblica in mezzo mondo, sia in versione online che addirittura cartacea come nel caso delle edizioni principali, affidandosi al semplice volontariato. Del resto lo stesso Falun Gong, ovvero la setta che intorno a sé ha creato una vera e propria holding della comunicazione e degli affari (dai vari media fino al corpo teatrale Shen Yun), non sembra certo piangere miseria, tanto da risultare ad oggi presente in almeno 95 paesi. 

 

La direzione editoriale di tutti questi organismi mediatici proviene dal fondatore della setta, Li Hongzhi, a cui si deve anche l'iniziativa della loro creazione: da Shen Yun ad Epoch Times, dalla TV New Tang Dinasty al magazine Vision Times, fino alla radio The Sound of Hope, e che spesso e volentieri trasmettono contenuti a dir poco fantasiosi, che attirano persone affascinate da teorie complottiste, o da miti come quello di Atlantide, o da particolari tesi di ufologia, ecc. Anche su alcuni fenomeni sociali e geopolitici di attualità, inevitabilmente, Epoch Times al pari degli altri media della setta ha dato spiegazioni che potessero risultare affascinanti per questo tipo di pubblico: lo ha fatto per esempio già nel 2015, in occasione delle prime grosse crisi migratorie che coinvolgevano il Mediterraneo e l'Europa. Già quello è stato un grosso momento di svolta per la setta e per Epoch Times, che hanno subito iniziato a fruire di una maggior attenzione soprattutto in Germania, presso i gruppi politici della destra più estremista come Pegida e AfD.

 

Una giornalista tedesca, Stefanie Albrecht, nel 2017 lavorò una settimana sotto copertura nella redazione di Epoch Times a Berlino scoprendo che, all'interno di quel piccolo ambiente un po' dimesso e costellato da poster di Shen Yun, erano tutti seguaci della setta: ad un certo orario, per esempio, suonava una campanella per iniziare le meditazioni. Nessuno di loro aveva in realtà una preparazione giornalistica, e gran parte degli articoli che pubblicavano venivano semplicemente trovati in rete e rilanciati a sua volta dall'edizione berlinese di Epoch Times. Ciò che contava era che potessero catturare l'attenzione di un determinato tipo di pubblico. Tale condotta, del resto, la si può notare anche nelle pagine Facebook di Epoch Times, dove non di rado agli articoli della testata si alternano anche post ed immagini "acchiappa-like" e tese a fruttare migliaia di condivisioni e, automaticamente, anche sempre nuovi "followers".

 

Anche secondo Carusone, direttore di Media Matters, pubblicare certi contenuti fortemente polemici e complottisti servirebbe proprio ad attirare i lettori più sensibili alle tesi politiche e culturali più estremiste, in modo da poterli poi veicolare anche ad assumere una visione favorevole della setta e fortemente ostile verso il governo cinese. Così, di volta in volta, ogni "esca" è buona: prima la questione migratoria, poi il Covid, e così via.

 

(Fine della Prima Parte)

 

 

 

 


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