Dal 30 marzo al 2 aprile s'è tenuta, presso il Teatro Massimo di Palermo, la prima puntata della stagione italiana di Shen Yun per il 2023. Tanto per non annoiare i nostri lettori, eviteremo di ricordare che Shen Yun sia la compagnia teatrale appartenente alla setta di origine cinese Falun Gong altrimenti nota anche come Falun Dafa (oggi esule all'estero, con quartier generale a New York): scorrendo nel nostro portale si trovano infatti informazioni più che sufficienti, a tacer poi di tutto quel che si può reperire anche altrove, semplicemente avvalendosi dei vari motori di ricerca internet (occhio magari ad evitare gli articoli di Epoch Times, giornale plurilingua guardacaso anch'esso di proprietà della setta Falun Gong: prendere in parola ciò che scrivono i suoi “giornalisti” equivarrebbe a chiedere all'oste se il vino è buono).
Piuttosto, concentriamoci sullo spettacolo in sé e su come sia andato. A guardar bene, non proprio lodevolmente: con una capienza di 1247 posti non è in sé il più grande al mondo o in Italia per quantità di spettatori che può ospitare, se pensiamo che il più “modesto” ma non meno famoso Teatro Verdi di Firenze può accogliere al suo interno ben 1538 persone, ossia quasi 300 in più. Tuttavia è il terzo teatro più grande per estensione in Europa, con una splendida architettura in stile neo-classico eclettico, dopo l'Opéra National di Parigi e la Staatsoper di Vienna; sempre a titolo di raffronto, il Teatro Verdi di Firenze risulta decisamente assai più piccolo, surclassato anche nella sua stessa Toscana da altre realizzazioni successive ben più vaste e capienti.
Tuttavia, malgrado il suo indubbio prestigio (Palermo è una gran bella città, di un'eleganza che merita indubbiamente una visita, a tacere poi della sua squisita ospitalità), il Massimo è anche un teatro molto economico, facilmente accessibile al pubblico per prezzi dei biglietti: in media, non si paga mai più di 10 euro a persona, con riduzioni ad 8 euro ciascuno per i gruppi formati da almeno venti persone, oltre al prezzo dimezzato sul singolo biglietto per tutti gli “under 26”. Ben si comprende, ed è indubbiamente lodevole, lo sforzo della Fondazione Teatro Massimo di garantire prezzi bassi per i biglietti in modo da incoraggiare i potenziali spettatori anche dal punto di vista economico, avvicinandoli così al meraviglioso mondo del teatro.
E allora, chiederà qualcuno, come mai per gli spettacoli tenuti da Shen Yun invece il prezzo era improvvisamente ed inspiegabilmente schizzato ad un minimo di 81 euro a biglietto, con possibilità di ulteriori aumenti a seconda del posto scelto e del momento in cui avveniva l'acquisto? Abbiamo già notato questo strano comportamento, in passato, anche presso altri teatri, e sicuramente come l'abbiamo notato noi l'avranno notato anche molte altre persone, a cominciare ad esempio da tanti comuni cittadini che pure sarebbero stati interessati a vedere lo “spettacolo” (ammesso che di “spettacolo” si possa parlare riferendoci a quello di Shen Yun; ma tanto, cercando nel nostro sito, si troveranno descrizioni più che sufficienti a farsi un'idea di quanto tale “spettacolo” sia a dir poco… discutibile).
Più volte abbiamo ricevuto, anche in passato, email e commenti di lettori e cittadini che, sbigottiti, ci denunciavano i prezzi inspiegabilmente esorbitanti a fronte di uno spettacolo a dir poco penoso; altri, che invece hanno potuto permettersi tali biglietti, se ne sono andati via sbigottiti e nauseati dalla truffa che sostanzialmente gli era stata inscenata sul palco: credevano infatti di vedere una vera compagnia di danza classica e musica lirica cinese, ed invece si sono trovati dinanzi a dei predicatori che, tra un siparietto pseudo-artistico e l'altro, li hanno annoiati con interminabili prediche e polemiche a sfondo politico, ideologico e religioso.
Del resto, chi mai pagherebbe per assistere ad uno spettacolo dei Testimoni di Geova, tanto per fare un esempio, se solo gli venisse detto che proprio dei Testimoni di Geova si parla, ovvero di quei famosi scocciatori che vengono sempre a suonarti sotto casa la domenica mattina? Ecco, in questo caso lo spettacolo non era dei Testimoni di Geova, ma di un'altra setta non poi tanto differente come quella del Falun Gong: decisamente un brutto ricordo per gli eventi teatrali palermitani del 2023.