Se le precedenti incursioni di Shen Yun in Italia (Palermo, Bergamo e Firenze) sono state tutto fuorché bagnate dalla fortuna, non tanto meglio è andata stavolta, al Teatro Nuovo di Udine, dove pure la compagnia “artistica” del Falun Gong aveva già avuto modo d'esibirsi lo scorso anno suscitando quantomeno un po' più di consenso ed attenzione.
Forse è proprio questo il problema: esattamente come in altre città dove (grazie a certe amicizie in Comune o nella Fondazione teatrale, o a certe disattenzioni professionali in quelle stesse istituzioni) la compagnia ha potuto prendere in affitto gli spazi teatrali per esibirsi e chiamare a raccolta fedeli e spettatori, anche a Udine parrebbe che Shen Yun abbia ormai “stancato”. Il pubblico si ricorda che lo scorso anno non fu proprio un gran bello spettacolo e quindi ben si guarda dal ritornarvi: il passaparola, in questo senso, ha avuto un effetto micidiale sul mercato, fenomeno che del resto sempre avviene anche con tanti altri prodotti dalla reputazione piuttosto “chiacchierata”.
Dopotutto, lo scorso anno, un benché minimo comunicato, di quelli già “prefabbricati”, Shen Yun era pur riuscita a diffonderlo sui media locali, benché si trattasse di una testata non proprio del maggior livello, qualitativamente parlando: classico “foglio online” che si ritrova in ogni città, e che i più leggono soprattutto perché gratis. Quest'anno, invece, nemmeno quello. Persino i fogli online, venuti a sapere della penosità dello spettacolo, hanno preferito glissare dedicandosi a ben altre notizie: scelta oltremodo condivisibile.
Anche il prezzo del biglietto che la compagnia che cura gli spettacoli di Shen Yun in Italia chiede agli spettatori, con molta faccia tosta, è decisamente esorbitante e rappresenta tutto fuorché un buon biglietto da visita per venir presi in considerazione: non meno di 80 euro, con punte di 120 nel solo caso di Udine, quando solitamente i posti al Teatro Nuovo si trovano con prezzi che variano dai 20 ai 65 euro. E' evidente che gli organizzatori, che sono poi i primi a mettere tutti in guardia dai fenomeni di bagarinaggio (provare per credere: si guardi il sito italiano di Shen Yun), fanno delle cospicue “creste” beffando così la buonafede degli spettatori. Questo potrebbe anche spiegare, insieme al mancato successo e alle tante e ripetute critiche del pubblico, perché in molte città italiane Shen Yun non sia più ricomparsa dopo che vi si era esibita anni fa: qualcuno, nei teatri o nelle fondazioni che li dirigono, se n'è accorto e, come si suol dire, “se l'è legata al dito”.