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Come i "pro-sette" giudicano le collaborazioni "anti-sette" tra diversi paesi

2023-09-20 12:00

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Come i "pro-sette" giudicano le collaborazioni "anti-sette" tra diversi paesi

E' sempre molto dilettevole guardare la narrazione propagandista portata avanti da molti “pro-sette” a favore di sette religiose riconosciute internaz

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E' sempre molto dilettevole guardare la narrazione propagandista portata avanti da molti “pro-sette” a favore di sette religiose riconosciute internazionalmente come pericolose tanto per i loro adepti quanto per il resto della società, e contro coloro che quotidianamente operano e rischiano anche personalmente per affrontarle. Certo, è pure vero che in alcuni casi il loro gioco riesca anche abbastanza facile, potendo ad esempio cavalcare a proprio vantaggio gli errori strategici delle democrazie occidentali solite sposare la pericolosa tesi per cui “il nemico del mio nemico è mio amico”; e di conseguenza anche le relative campagne di demonizzazione politica contro quei “nemici” che puntualmente più o meno diffusamente esse guidano od assecondano. La guerra tra Russia ed Ucraina, subito assunta dall'Occidente come una propria guerra alla Russia, ha tracciato un profondo solco tra i governi occidentali da una parte e la Russia dall'altra parte, che ha riguardato anche tutti quegli altri paesi accusati o sospettati di non manifestare una netta adesione alle posizioni occidentali: anche loro prontamente messi all'indice come portatori di una più o meno provata russofilia. Ciò ben spiega perché qualsiasi personalità o suo comportamento possano oggi suscitare, nel pur plurale e democratico Occidente, immediate ed inaspettate cacce alle streghe. 

 

Pochi giorni fa, ad esempio, anche in Italia qualche blog e professionista pro-sette ha diffuso la notizia, già circolata (e poi smentita) anche all'estero, di una possibile partecipazione dell'arcivescovo ortodosso russo Alexander Novopashin, fino alla scorsa primavera vicepresidente della russa RATsIRS, affiliata con la la paneuropea FECRIS, entrambe attive nel campo della lotta agli abusi psicologici connessi ai fenomeni settari. E' ben noto che Novopashin sia un personaggio decisamente sui generis, che ben si presta a facili strumentalizzazioni favorendo così il gioco dei pro-sette per delegittimare un po' tutta la categoria degli anti-sette: anche in questo caso, insomma, il gioco risulta piuttosto facile. Del resto, andrebbe considerato più come un funzionario di culto che predica contro il pericolo sociale rappresentato dalle nuove sette religiose che come un sociologo o uno psicologo o qualche altro paragonabile professionista di settore; e collocato in questa più corretta inquadratura infatti non vi si trova alcunché di nuovo o di sorprendente, visto che casi analoghi li abbiamo in qualunque parte del mondo a cominciare proprio da nazioni come l'Italia e tutte le altre del cosiddetto “mondo libero”. 

 

Ma se si possono anche porre delle caute e legittime riserve sul comportamento della RATsIRS e di parte dei suoi esponenti, anche in virtù della loro stretta adesione al culto ortodosso, non sempre si può dire la stessa cosa anche per la FECRIS, i cui professionisti sono sovente ben più laici e pertanto assai meno facilmente attaccabili dagli spalleggiatori delle varie sette religiose, o pro-sette che dir si voglia. Quest'ultimi, cavalcando sempre la scusa della libertà religiosa, che astrattamente vorrebbero applicare a qualsiasi caso così da favorire automaticamente anche quelli che hanno più a cuore, sono insomma sempre ben contenti quando si presenta l'occasione per assestare dei “colpi bassi”. Se poi quei colpi bassi, oltre a tenere in vita la loro campagna denigratoria contro questo o quell'operatore, permette anche di ricevere maggiori gradimenti dagli ambienti politici occidentali più libertari o risoluti verso tutti i paesi non allineati al "Washington consensus", tanto meglio giacché ciò non potrà che tradursi in ulteriori possibilità di successo nel futuro: ne nasce una non confessata cooperazione che fornisce ad entrambi mutui e reciproci vantaggi. 

 

Insomma, tutto questo per dire che secondo questi pro-sette e le varie ONG che prontamente hanno raccolto i semi della loro propaganda, il tanto discusso e bistrattato Novopashin, per giunta neanche più alla guida della RATsIRS, sarebbe andato in Cina ad una Conferenza sino-russa giunta ormai alla sua seconda edizione e che si sarebbe tenuta ad Harbin tra il 5 e il 7 agosto. Anche l'immagine della lettera d'invito rivolta all'alto prelato, la cui veridicità è tuttavia difficile da confermare in assenza di fonti e testimonianze provate, è stata fatta circolare con queste notizie rimaste alla stregua di “fake news”. Tant'è che anche in Occidente, a cominciare dagli USA e dall'Inghilterra, non sono mancati siti di “debunking” che correttamente l'hanno smentita costringendola ben presto a rinunciare alla sua auspicata notorietà. Per i pro-sette non sarà stata proprio una bella notizia, ma ciò non ha comunque dissuaso le ONG a loro vicini dal continuare a rimandarlo come Human Rights Without Frontiers

 

Anche questa spinta che ancora si vuol dare ad una notizia tutt'altro che provata, manifesta la volontà dei pro-sette e dei loro alleati di non rinunciare alla ghiotta occasione che essa poteva fornir loro: in un colpo solo, stavolta, possono prendersela tanto con la Russia quanto con la Cina, che effettivamente sono ormai le loro principali “bestie nere”, tra Scientology, Falun Gong, guerra in Ucraina e ricerca russa dei neonazisti e dei satanisti ucraini e russi, Società Teosofica, movimenti New Age, Chiesa di Dio Onnipotente ed altri gruppi evangelici, lotte agli islamo-fondamentalisti separatisti, ecc. Tant'è che questo è stato solo uno dei tanti episodi del loro costante tentativo di mettere le due “bestie nere” insieme così da assecondare pure, nei loro lettori e seguaci, l'idea di una congiunta regia sino-russa antioccidentale.

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