Dal 3 al 5 gennaio scorsi, al Teatro Lirico di Cagliari, s'è tenuto il secondo appuntamento italiano di Shen Yun 2024. Il bilancio? Anche stavolta, come già visto a Firenze, non proprio dei migliori; eppure il sostegno era stato davvero molto intenso, assai superiore a quanto già visto in passato per altri spettacoli della setta travestita da compagnia teatrale. Ricorrendo al solito articolo pubbliredazionale generalmente non proprio a bassissimo costo, Shen Yun non aveva infatti esitato a recapitare il solito comunicato prefabbricato che annunciava l'imminenza del suo spettacolo, stavolta alla redazione de “L'Unione Sarda”. Certo, nel 2023 Shen Yun a Cagliari non c'era stata, mentre nel 2022 la sua apparizione era stata comunque ben poco fortunata, raccogliendo dal pubblico più perplessità e diserzioni che applausi ed approvazioni. Probabilmente il ricordo di quei precedenti davvero così poco esaltanti ha seriamente pesato sulla buona volontà del pubblico locale di riaffacciarsi in teatro per assistere ad uno spettacolo che di per sé poco o nulla ha di spettacolare. Come già notato in più occasioni, in ogni capoluogo in cui Shen Yun si sia affacciata il ricordo che lascia non è mai dei migliori e la pubblicità negativa, diffusa già dal solo passaparola, finisce sempre per essere più efficace di qualunque articolo pubbliredazionale e propaganda dell'ultimo minuto.
Tra l'altro, come ricordavamo anche nel nostro pezzo di dicembre, in passato Cagliari aveva pure visto in seno alla sua cittadinanza un piccolo nucleo di adepti del Falun Gong, piuttosto attivo ed agguerrito, che col tempo s'era però disperso quasi senza lasciar traccia di sé; e sicuramente anche il suo ricordo non dev'essere di grande aiuto a promuovere l'immagine di Shen Yun che del Falun Gong, non dimentichiamocene mai, è semplicemente una diretta espressione. Tuttavia, qualche vecchio membro di quell'ormai storico e pressoché disperso nucleo d'adepti negli ultimi tempi è stato riagganciato dai vertici continentali della setta, con un pressing a livelli record, visto che di loro avevano pur sempre un tassativo bisogno per riallargare le proprie azioni nell'Isola e, tra le tante cose, poter nuovamente aggiudicarsi referenti territorialmente più vicini per dialogare con le istituzioni locali, come ad esempio le pubbliche amministrazioni. Il corteggiamento che sarà stato rivolto alle autorità del Teatro Lirico così come del Comune di Cagliari è facilmente intuibile, anche perché prassi pure d'ogni altra associazione e movimento che aspiri a guadagnarsi uno spazio nel territorio, per tradizione bussando ad ogni porta possibile ed immaginabile; mentre a loro volta politici e dirigenti, com'è noto, farsi corteggiare è sempre piaciuto assai.
Sarà anche per questo se “The Epoch Times”, il giornale della setta, ha trionfalmente dichiarato che il vicesindaco di Cagliari, Giorgio Angius, era rimasto “affascinato” dallo spettacolo di Shen Yun, al punto da considerarlo “eccezionale”: un articolo che, nella sua brevità, ben incarna il concetto di “captatio benevolentiae”. Secondo il vicesindaco, gli artisti della compagnia hanno dimostrato maestria e competenza tecnica: un parere rispettabilissimo, ma che a quanto pare non trova riscontro nel giudizio di molti suoi concittadini ed altri spettatori, usciti dal Teatro Lirico con l'impressione d'aver assistito ad una mascherata dal fin troppo misero spessore. “Pessimo”, dice infatti uno spettatore con una recensione su TrustPilot, e continua: "Ho visto lo spettacolo al teatro lirico di Cagliari. Credo che un'istituzione così importante, che ha ospitato concerti, opere, ed allestimenti di primo ordine non possa concedersi cantonate del genere. La musica era, seppur ben eseguita, una caricatura occidentale di ciò che qui si crede sia musica orientale. Le animazioni e la grafica proiettata sullo sfondo pacchiana e di pessima qualità. Le coreografie banali e ripetitive. Questi gli aspetti "positivi". Le scenette presentate erano a livello di recita parrocchiale: storie riportate in maniera letterale, senza un accenno di scrittura o di creatività. Il tutto condito con messaggi di proselitismo politico/religioso, anche questi proposti in maniera letterale, ai limiti del volgare. Come i testi che appaiono durante i due pezzi cantati (maluccio) e che recitano, letteralmente: "ateismo ed evoluzionismo sono il male". Ciliegina sulla torta: il biglietto sfiora i 100 euro. Caro e amato teatro lirico di Cagliari, questa l'hai fatta veramente grave". Un parere senza dubbio senza sconti, che trova eco in quello di un altro recensore, un po' più sintentico: "Metto due stelle perché i ballerini sono bravi ma per il resto é uno spettacolo il cui biglietto non dovrebbe costare più di 30 euro. Dopo le prime due le coreografie iniziano a sembrare tutte uguali e dietro i ballerini c'è un mega schermo su cui vengono trasmesse delle animazioni spesso ridicole e su cui durante le esibizioni canore vengono proiettati dei messaggi del tipo "evoluzionismo e ateismo sono il male". Mi ha dato l'idea di essere una rappresentazione più che altro finalizzata a fare propaganda, per cui ritengo il prezzo del biglietto assolutamente ingiustificato".
Più moderato un altro utente, con un giudizio che esprime comunque sempre una profonda delusione per il tempo e il denaro persi: “Visto ieri lo spettacolo a Cagliari, il costo di 100 euro a biglietto che faceva presagire uno spettacolo mozzo fiato non é valso la spesa, sarebbe stato onesto spendere dalle 20 alle 30€. Spettacolo piacevole ma molto ripetitivo nei vari atti, mi aspettavo molti più effetti scenografici e molta più suspence, prezzo del biglietto ripeto non vale lo spettacolo che ho visto”. Mentre, puntando l'indice proprio sulla pubblicità ingannevole abbinata ad uno spettacolo dai contenuti a dir poco di spazzatura, una spettatrice conclude: “Una delusione pazzesca, vista la pubblicità e i biglietti ci aspettavamo uno spettacolo di alto livello invece ci siamo trovati di fronte ad uno spettacolo che oscillava tra il trash, la propaganda retrograda e la noia. Nonostante la bravura dei ballerini e dell'orchestra, lo spettacolo risulta noioso, ripetitivo e a tratti ridicolo. Le presentazioni prolisse in doppia lingua, le trame insensate dei balletti, i messaggi propagandistici contro la scienza e la razionalità e soprattutto lo schermo con quella sorta di effetti speciali di infimo livello, quasi da parodia, rendono lo spettacolo poco piacevole”.
L'aspetto della propaganda rifilata fraudolentemente, a mezzo di spettacolo teatrale e per giunta al costo di un biglietto assai salato, è certamente uno degli aspetti che maggiormente hanno infastidito il pubblico, in questa come in tutte le altre occasioni. Non ce ne meravigliamo: dopotutto, già nel caso del precedente spettacolo di Firenze, qualche spettatore aveva parlato di “propaganda americana”, travestita da arte cinese. Ed in effetti dev'essere proprio così, visto che riguardo allo spettacolo a Cagliari della stagione 2021 un giornale locale l'aveva a quel tempo erroneamente pubblicizzato come “il grande musical americano Shen Yun". Il grande musical americano???