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Shen Yun a Torino: praticamente, nell'indifferenza

2024-01-23 15:49

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Shen Yun a Torino: praticamente, nell'indifferenza

Doveva indubbiamente essere uno degli appuntamenti clou, quello di Torino, per la compagnia teatrale di Shen Yun, massimo ramo propagandistico della s

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Doveva indubbiamente essere uno degli appuntamenti clou, quello di Torino, per la compagnia teatrale di Shen Yun, massimo ramo propagandistico della setta del Falun Gong; ed infatti così sarebbe stato quantomeno lecito pensare, se i riscontri ottenuti non si fossero invece dimostrati così opachi. Dopotutto il capoluogo piemontese è da sempre uno dei massimi centri dell'esoterismo europeo, tra le prime città italiane ad aver dato i natali alle massonerie e alle sette segrete ed iniziatiche: la sua sensibilità verso il mondo settario è confermata, non a caso, tanto dalla cronaca quanto dalla statistica, e questo poteva legittimamente lasciar pensare a maggiori probabilità per un sia pur cauto successo.

 

Eppure, in una città tanto storica, che ha visto nascere nel suo seno numerose sette e che tuttora continua a farne nascere o ad ospitarne, il Falun Gong e i suoi presunti artisti teatrali non sembrerebbero proprio aver sfondato, stavolta come del resto neppure in tutte le altre occasioni precedenti. Basti pensare che la cronaca locale non s'è minimamente curata di dar annuncio della pur lunga presenza di Shen Yun nella città, dal 9 al 14 gennaio, per giunta nel principale teatro della città, quel Teatro Regio davanti a Piazza Castello che dal 1740 rappresenta uno dei massimi templi della lirica italiana nonché uno dei più rilevanti in tutta la cornice europea. I vari giornali online torinese, a cui senza dubbio gli organizzatori di Shen Yun avevano solertemente inviato i comunicati che annunciavano gli spettacoli, hanno preferito far finta di nulla salvo poi pubblicare quelli di altri spettacoli che si sarebbero contemporaneamente tenuti in altri teatri cittadini o anche allo stesso Teatro Regio nelle altre settimane. Insomma, uno schiaffo morale e mediatico non indifferente, anche perché oltre ad esser snobbata quasi del tutto dai giornali gratuiti, Shen Yun non s'è vista degnare di maggior considerazione neppure dai grandi quotidiani locali come “La Stampa” che analogamente non le hanno dedicato neppure un benché misero trafiletto. 

 

Si può facilmente intuire a questo punto anche l'imbarazzo che lo stesso “Epoch Times”, giornale ufficiale della setta, ha avuto nel doversi occupare di un evento tanto adombrato già dal mondo mediatico e culturale torinese. Comprensibilmente, venendo a mancare un certo supporto pubblicitario di partenza garantito dall'informazione locale, l'afflusso di spettatori è stato ben minore rispetto al previsto. Inoltre, proprio perché Torino è come dicevamo una città che in fatto di sette ed esoterismo ne “mastica” assai, il pubblico locale risulta mediamente molto più preparato rispetto a quello di altre località circa la grande truffa rappresentata dagli “artisti” di Shen Yun alias Falun Gong. Già in passato la setta, aggirandosi per quella che era stata la capitale dei Savoia, non doveva aver suscitato una gran buona impressione, e sicuramente il ricordo perdura. Così, anche “Epoch Times” in quei giorni ha preferito scriver di tutt'altro che dell'innegabile e solenne fiasco raccolto a Torino.

 

Atteniamoci, a questo punto, al giudizio di quei pochi che malgrado tutto a teatro ci sono andati, sciroppandosi a quel punto uno spettacolo tanto sconcertante: sono a questo punto le fonti più dirette che abbiamo per stabilire un giudizio definitivo. Su TrustPilot, non mancano un paio di spettatori che hanno lasciato recensioni neutre o favorevoli, come del resto avvenuto in ogni altro teatro: ma spaziamo dalla persona già vicina o solidale alla setta, come asserito dal contenuto stesso del suo intervento, a quella che semplicemente di teatro non se ne intende granché e si limita pertanto ad un giudizio inerente più la pessima disposizione dei posti in rapporto all'elevato costo del biglietto o alla dubbia scelta del maxischermo ugualmente poco visibile e piuttosto pacchiano, o ancora sull'eccessiva lunghezza che ad un certo punto può anche annoiare. Per quanto riguarda i commenti negativi, ben più abbondanti, gli utenti non esitano invece a mettere in luce la natura faziosa ed ingannevole dello spettacolo, imperniato su una bassa propaganda che di artistico ha ben poco: “Che delusione!! Spettacolo deludente sotto tutti i punti di vista ,pensavo di vedere uno spettacolo di alto livello anche in considerazione della pubblicità e del prezzo del biglietto,150€ (30 € poteva essere il massimo prezzo da pagare ) Spettacolo di modesta qualità,partendo dalla presentazione e tutto il resto,coreografie bruttine ,ripetitive,animazioni trasmesse sul mega schermo , non belle e quasi ridicole,l’esibizione dei ballerini (maschi)più che balletti possono definirsi esibizioni di saltimbanchi circensi,la mia delusione e delle due amiche che erano con me è stata tale che concordemente abbiamo deciso di uscire alla fine del primo tempo,con l’unico rammarico di non poter avere il rimborso dei biglietti”, dice infatti una spettatrice.

 

In generale, tuttavia, Shen Yun a Torino sembra proprio non aver sfondato neppure nell'indignazione dei pochi che sono andati a vederlo, proprio perché i posti al Regio (1600 in totale, con un costo dei biglietti che per lo spettacolo in questione variavano a seconda della posizione dagli 80 ai 150 euro) erano ben lontani dall'esser tutti occupati. Quindi, mancando gli spettatori, sono mancati pure i commenti successivi, buoni o cattivi che fossero. Semplicemente, i torinesi hanno snobbato Shen Yun ben ricordandosi che come spettacolo non valesse assolutamente la pena di un'uscita serale e relativo esborso di denaro, denaro che a quel punto sarebbe stato davvero buttato. Tant'è che in una vecchia recensione dell'anno precedente, apparsa su TripAdvisor, così aveva commentato un altro utente torinese: “Shen yun . Visto al Regio di Torino. 21 Aprile 2023 Modestissimo spettacolo, farcito di proselitismo religioso e, inoltre , fuori tema essendo la danza classica cinese ricchissima di espressioni delle quali poco si è visto. Mi sembra più una manifestazione circense che uno spettacolo di danza. Non è indispensabile andare a vederlo”. Un giudizio asciutto, imparziale, per nulla politicizzato, semplicemente reale.


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