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Dalla Corea del Sud al resto del mondo, l'inquietante caso di Shincheonjii

2024-10-07 17:00

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Dalla Corea del Sud al resto del mondo, l'inquietante caso di Shincheonjii

Tra i tanti gruppi settari che nel corso degli anni hanno conosciuto un'impressionante affermazione, fino a travalicare i confini nazionali ed estende

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Tra i tanti gruppi settari che nel corso degli anni hanno conosciuto un'impressionante affermazione, fino a travalicare i confini nazionali ed estendersi con successo anche all'estero, Shincheonjii è certamente uno di quelli che meriterebbero maggior attenzione, a maggior ragione considerandone pure l'ormai concreta presenza anche in Italia. Di Shincheonjii, nota anche come Chiesa di Gesù di Shincheonjii, Tempio del Tabernacolo della Testimonianza o ancora come Nuovo Cielo Nuova Terra, poco si sapeva al di fuori della Corea del Sud, dove venne fondata da Lee Man-he nel 1984, prima che si rendesse internazionalmente celebre coi suoi riti di massa praticati al sorgere dell'epidemia da Covid, nel 2020, infrangendo le raccomandazioni nel frattempo impartite dalle autorità. Quella grave “imprudenza” fece sì che il virus si diffondesse in tutta la Corea del Sud, dando alla Chiesa di Shincheonjii una ben sinistra fama.

 

La sua crescita, fino a quel momento, era stata tale da farne il movimento religioso in maggior espansione in Corea del Sud: se nel 2014, a trent'anni dalla fondazione, il movimento aveva secondo le autorità locali oltre 120mila membri, nel 2020 erano già circa 200mila. Tuttavia, le indagini condotte proprio quell'anno dalle autorità sudcoreane dimostrarono che il loro numero era persino molto più alto, oltre 317mila, ad indicare un'affermazione nella società ancor più vertiginosa, avvenuta in buona parte nell'ombra. Come per molti altri culti settari sorti in Asia, una vasta galassia che ne vede alcuni di più fortunati nella diffusione ed altri meno, ad avvantaggiarne le fortune contribuirono i grandi cambiamenti sociali provocati dalla rapida crescita economica che caratterizzò le varie “tigri asiatiche” soprattutto a partire dagli Anni '70 uniti alla contemporanea impreparazione di larghe fasce della popolazione, poco ragguagliate circa il pericolo rappresentato da gran parte di questi movimenti. 

 

In pochi decenni molti paesi asiatici hanno vissuto un'immensa espansione economica, che ne ha radicalmente modificato le strutture sociali, colpito le identità collettive e nazionali, e svuotato od allontanato le antiche tradizioni. Non sempre questa transizione dal vecchio al nuovo è stata ben gestita, anche perché difficilmente sarebbe stato sempre possibile prendersi cura di ogni trauma sociale provocato da una tanto rapida crescita economica concentrata in un arco di tempo così breve. In alcuni paesi una consapevolezza collettiva e politica riguardo alla potenziale pericolosità di molti nuovi cosiddetti “nuovi movimenti religiosi” è sorta prima, e questo è stato certamente un bene; ma altrove, anche a causa di una maggior contrapposizione nelle posizioni politiche presenti nella popolazione come nelle istituzioni, spesso e volentieri vi si è arrivato più tardi preferendo il più possibile soprassedere per quieto vivere e ragioni ideologiche. Colpire troppo nel profondo quei nuovi culti, per quanto “chiacchierati” fossero, appariva una misura alquanto “illiberale”. Resta tuttavia il fatto che le “tigri asiatiche” abbiano conosciuto in pochi anni quella crescita economica e quei cambiamenti sociali che in Occidente si manifestarono in tempi solitamente ben più lunghi, e che quei nuovi culti ne abbiano tratto comprensibile profitto. Così, avvantaggiati dal crescente isolamento a cui sempre più persone disincantate dalle antiche identità sociali sfuggivano, anche sette come Shincheonjii hanno potuto crescere robustamente.

 

Anche in Italia Shincheonjii appare, come dicevamo, presente con una piccola ma solida comunità di adepti sparsi un po' in tutto il paese: nel 2022 risultavano essere almeno una cinquantina, dipendenti ufficialmente dalla loro congregazione di Zurigo. Quest'ultima, che fa da sede generale anche per altre diramazioni minori in Europa, controlla oltre alla filiale italiana con sede ufficiale a Roma anche quella in Ungheria. In generale la struttura all'estero di Shincheonjii appare ramificata secondo un modello “offshore”, che vede la sede di Zurigo sorgere tra il 2010 e il 2014 da una costola di quella di Londra, a sua volta espressione di quella basata in Sudafrica. Tale modello, indubbiamente utile a garantire l'organizzazione interna tenendosi lontani da “occhi indiscreti” come quelli delle autorità, è stato alla base delle fortune della setta anche in patria, dove già aveva dunque dato prova della propria “affidabilità”. 

 

Se un tale modello di strutturazione interna è caratteristico di molte altre sette, soprattutto ma non soltanto asiatiche, così anche si può dire per quelli di proselitismo praticati: si va dalla predicazione delle sue dottrine online, come nella consuetudine di un altro movimento apocalittico e messianico quale la Chiesa di Dio Onnipotente, a quella dal vivo, ad esempio per strada, nelle stazioni ferroviarie, negli aeroporti o ancora nelle università, secondo un metodo storicamente collaudato soprattutto dalla Chiesa dell'Unificazione. Dopo il 2020, che ha visto Shincheonjii venir messa maggiormente alle strette dalle autorità sudcoreane come di altri paesi quali ad esempio Cina e Singapore, la setta ha ulteriormente fatto ricorso al proselitismo via web, aprendo una vasta mole di propri account su piattaforme come Instagram, Bumblee e così via. Molto apprezzato, per le prediche di gruppo, lo strumento della videoconferenza, come ad esempio Zoom. La possibilità per la setta di presentarsi con vari nomi, poi, permette in tali contesti di sparpagliarsi in modo capillare con ancor più efficacia. 

 

In generale l'operato di un simile movimento, che per la propria espansione secondo modalità tipiche di altri gruppi settari dell'estremismo evangelico non disdegna neppure d'infiltrarsi in altre chiese e gruppi di culto, a maggior se riconosciuti e tutelati dallo Stato, attira prima o poi la curiosità delle autorità, anche perché le segnalazioni da parte della cittadinanza non mancano mai. Non soltanto si sono infiltrati tra i fedeli cattolici nella Cattedrale di Myengdong, la principale in Corea del Sud, ma altrettanto hanno fatto in circa 500 parrocchie della Chiesa Anglicana in Gran Bretagna, e non di meno casi analoghi si sono registrati nelle chiese protestanti in Australia, Nuova Zelanda, così come in varie nazioni asiatiche come la Cina, l'India o ancora Singapore. In generale gli allarmi lanciati dalle autorità religiose, a cominciare da curie ed episcopati, cominciano a rendersi sempre più rilevanti, tanto che anche il Papa nella sua recente visita pastorale tra Asia ed Oceania non ha potuto non raccoglierli perché anche la Chiesa di Roma per prima dia loro una risposta. 

 

Preoccupa in particolare il messaggio messianico rivolto dal movimento, assai simile a quello di altri culti che del pari negli anni si sono fatti conoscere per la loro pericolosità, come la stessa Chiesa di Dio Onnipotente, l'Associazione dei Discepoli, gli Urlatori, o ancora altri gruppi variabili per diffusione ed affermazione ma accomunati proprio dai grandi abusi sui propri adepti, le minacce rivolte ai fedeli di altre chiese e così pure nei casi più estremi alle stesse autorità. Lee Man-he, che in gioventù durante la Guerra di Corea fu un combattente del movimento religioso ultranazionalista di destra “Olive Tree”, per poi cercare maggiori fortune in un'altra storica setta evangelica nota come il Tempio del Tabernacolo ed uscirne fondando infine Shincheonjii, promette ad esempio ai suoi fedeli di poter interpretare in modo univoco il Libro dell'Apocalisse, testo alla base delle predicazioni di molti gruppi settari del genere. Questo perché, secondo una credenza di cui i suoi adepti affatto dubitano, sarebbe un “pastore promesso”, un profeta in grado di svolgere il ruolo di ponte tra il Cielo e la Terra, riuscendo così a dare a tutti i loro la Salvezza e la Vita Eterna, allorché giungerà il Giorno del Giudizio e lui sarà guidato da Dio a condurli in Paradiso, la “Terra Promessa”. 

 

Questi messaggi, alquanto inquietanti, connotano com'è intuibile numerosi movimenti del genere, non soltanto a carattere cristiano apocalittico e messianico, ma anche afferenti ad altre “teologie”; qualcuno ricorderà ad esempio casi come The Heaven's Gates o il Tempio Solare, che pur non cristiani giunsero comunque analogamente a provocare l'autodistruzione d'interi gruppi di loro seguaci.


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