Non abbiamo fatto in tempo a parlare degli ultimi problemi giudiziari di Shen Yun, la compagnia teatrale del Falun Gong, che altri di nuovi ne sono nel frattempo piovuti sull'una come sull'altra. Con la scoperta dello sfruttamento, per non dir proprio schiavismo, a cui fin dalla sua fonazione la compagnia ha sottoposto i suoi giovani artisti, con paghe e regolarizzazioni men che teoriche, la “holding settaria” di Li Hongzhi si ritrova oggi sempre più nell'occhio del ciclone. Lo scorso 25 novembre il New York Times ha dato notizia che un'ex ballerina di Shen Yun, Chang Chun-Ko, ha avviato una causa al gruppo e ai suoi vertici per traffico di minori finalizzato al lavoro forzato, depositando una documentazione di ben 68 pagine presso la Corte Distrettuale USA di White Plains, New York.
Descrivendo Shen Yun come “un'impresa di lavoro forzato”, l'artista ha ribadito che la compagnia ha potuto accumulare centinaia di milioni di dollari sfruttando danzatori minorenni con la minaccia e la pubblica vergogna, ricorrendo a metodi come la confisca dei passaporti per impedirne un riconoscimento o una fuga all'estero, l'esclusione dai media e dai canali comunicativi esterni per evitare che potessero rivelare ad altri le condizioni a cui erano sottoposti, pesanti sessioni d'autocritica collettiva volte a demolirne la personalità o ancora il classico ricatto d'accusarli di spionaggio per conto del Governo cinese se solo avessero osato mettere in dubbio le modalità del gruppo. Chang Chun-Ko era stata assunta da Shen Yun a Taiwan nel 2009, quando aveva solo 13 anni, lavorandovi nelle condizioni ormai a tutti note fino al 2020, quando era ormai 24enne. La documentazione che ha depositato alla Corte Distrettuale potrà far da base ad una più ampia causa collettiva a cui parteciperanno anche altri ex artisti di Shen Yun, con effetti legali a quel punto intuibilmente assai amplificati.
Dato che la compagnia dispone di vari gruppi d'artisti, con cui poter svolgere le proprie tournée in più paesi allo stesso tempo, non c'è da sorprendersi più di tanto che i suoi spettacoli teatrali siano ad oggi stati più di 800. Lo stuolo di legali che prontamente i vertici di Shen Yun hanno scatenato per difendersi nello scandalo che li vede coinvolti, cercando d'arrampicarsi sugli specchi, hanno detto che in mezzo a tutti quei giovani ce ne sono tanti che hanno potuto anche realizzare il “loro sogno”. Ma di quale sogno più esattamente parliamo, appurato che le condizioni a cui erano sottoposti sono quelle che ormai tutti conosciamo? Come riferito anche da Chang Chun-Ko, gli spettacoli a cui lei ed altri s'esibivano erano presenziati nientemeno che dal fondatore e leader della setta, Li Hongzhi, insieme a sua moglie Li Rui. Tutti quei giovani artisti erano cresciuti nel culto del Falun Gong, un sogno che tuttavia si sarebbe ben presto rivelato un incubo.
Ora anche Li Hongzhi e sua moglie sono citati come imputati, e ciò indubbiamente rappresenta un netto crescendo rispetto allo scandalo dello scorso giugno, quando a venir colpito fu “solo” uno dei suoi bracci destri, il leader della controllata società editoriale di Epoch Times, per frode fiscale e finanziaria a mezzo anche di criptovalute. Molti bambini arrivano al quartier generale di Shen Yun, noto come Dragon Springs, a Cuddebackville, New York, privi di una buona capacità di parlare l'inglese e di una rete parentale od amicale negli Stati Uniti, un'ottima condizione per renderli fin da subito pienamente ricattabili e controllabili dai loro datori di lavoro aguzzini. Là, separati dalle famiglie e dalla terra d'origine, vengono sottoposti ad “un sistema di coercizione e controllo che s'estende a quasi ogni aspetto della vita dei ballerini”.
Fuori discussione il fatto di potersi allontanare dal luogo in cui si trovino anche soltanto per brevi momenti, dato il serrato controllo dei guardiani armati, men che meno leggere fonti o contenuti non approvati dalla setta, persino cercar di coltivarsi qualche piccolo spazio di vita privata: Chang per esempio ricorda che venne rimproverata per i contenuti del suo diario personale, che ovviamente il personale della setta leggeva. Inoltre non poteva chiamare la madre più di una volta a settimana, e nel corso delle telefonate era sempre ascoltata da qualche dirigente che ovviamente incutendole soggezione le impediva di dir nulla che potesse insospettire i familiari. Dopotutto le Lis, i capi a cui lei ed altri erano sottoposti, dovevano da quel momento esser considerate le loro reali e nuove figure genitoriali!
Oltre a Li Hongzhi e alla moglie, anche la Bank of Chicago è stata citata nella causa, per aver tratto a sua volta profitto dal traffico dei minori e dal loro sfruttamento, su cui mai in tutti questi anni curiosamente dato segno d'insospettirsi gustandosi l'enorme flusso di denaro che ne derivava. I fondatori della banca, i cui rappresentanti si sono trincerati dietro ad un classico “no comment”, sono guarda caso anche adepti del Falun Gong, con forti legami con Li Hongzhi. Per oltre un decennio avrebbero potuto visitare il complesso in cui i giovani ballerini lavoravano e s'esercitavano, e ciò proverebbe ulteriormente la loro complicità: non potevano non sapere.
Nel complesso di Dragon Springs non mancavano poi scuole fittizie, le Fei Tian Academy, il cui ruolo era essenzialmente di copertura dato che ai ragazzi davano una formazione breve e sommaria, in modo da non sottrarli troppo allo sfruttamento a cui erano sottoposti per il resto del tempo. Il cibo che veniva dato dalla mensa era meno che di scarsa qualità, tanto che Chang Chun-Ko ricorda d'essersi sentita male ricevendo come risposta che Li Hongzhi avesse appositamente dato a lei e agli altri cibo avariato in modo che si purificassero “dall'interno verso l'esterno”. Ancora, un'altra delle tecniche di coercizione e svilimento dei giovani artisti risiedeva nel ricatto economico: qualora avessero abbandonato anzitempo Dragon Springs e Shen Yun, avrebbero subito dovuto restituire tutto il corrispettivo delle borse di studio.
Tra un mese Shen Yun inizierà la sua tournée anche in vari teatri d'Italia. Probabilmente chi è incuriosito dai suoi spettacoli e vorrebbe andare a vederli, meglio farebbe a mettersi una mano sulla coscienza: conviene davvero rendersi corresponsabili di una compagnia tanto criminale, contribuendo con l'acquisto del proprio biglietto alle sue fortune economiche fondate sulla tratta e lo sfruttamento di minori?