Si chiama Zheng Chunhua, la donna che per colpa del Falun Gong oggi vive su una sedia a rotelle nella città di Zaoyang, nell’Hubei. Nel 2013, all’età di 59 anni, ha rilasciato una lunga intervista-confessione dove ha raccontato il suo percorso dentro la setta, fino al punto da esserne totalmente risucchiata riportando danni irreversibili. Una sorte, purtroppo, capitata anche a molti altri membri della setta, a tacere di quelli che addirittura hanno perso la vita. All’epoca dei fatti, i suoi figli erano ormai già grandi e sposati, e lei viveva con suo marito un’esistenza tranquilla, destinata finalmente al riposo. Il primo maggio 1998 partecipò ad una festa fra vecchi compagni di scuola e lì incontro una sua vecchia amica. Cominciarono a parlare dei vari ricordi che le univano, fino a toccare il presente, e quando l’amica seppe che Zheng Chunhua soffriva di pressione alta e che pertanto doveva assumere quotidianamentre dei farmaci, ella le raccomandò di cominciare a seguire le pratiche del Falun Gong, ponendo l’accento che fossero gratis ed innocue, e che l’avrebbero condotta alla totale guarigione.
L’amica, ovviamente, svolgeva il tipico compito di tutte le persone ormai inseritesi pienamente in una setta: propagandarne il più possibile gli insegnamenti, cercando d’attirare al suo interno nuovi adepti, con rassicurazioni ovviamente subdole. Infatti al termine della festa, diede a Zheng Chenhua il famigerato libro propagandistico di Li Hongzhi, "Zhuan Falun", facendosi promettere che l’avrebbe letto.
Nel libro, com’è noto agli addetti ai lavori, si parla spesso di "Verità, Compassione e Tolleranza", valori facilmente rinvenibili in ogni religione, in particolare quelle orientali. E’ quindi molto facile, per chi s’avvicina ad un libro del genere, credere d’iniziare un percorso che non lo metterà in contrasto con la sua fede, ma che al contrario potrebbe persino arricchirla. Del resto, un libro del genere, con contenuti tanto subdoli ed ingannevoli, è stato scritto proprio con questo scopo, ovvero irretire il suo lettore.
Fu quindi abbastanza semplice per Zheng Chunhua, come del resto era già avvenuto ad altre persone prima di lei e come purtroppo sarebbe avvenuto anche a molte altre in seguito, lasciarsi convincere dai contenuti di quel libro ed iniziare a praticare giornalmente le varie discipline del Falun Gong. Naturalmente, seguendo le raccomandazioni del maestro Li Hongzhi, contenute nel libro, Zheng Chunhua smise anche di prendere i farmaci, e questo fu l’inizio della sua rovina.
Chiaramente, lo svolgere delle pratiche ginniche ogni mattina dà al corpo un effettivo beneficio, e pertanto almeno inizialmente la donna ebbe la sensazione di stare meglio. Quando cominciarono a subentrare i problemi dovuti al non prendere più i medicinali, era ormai troppo tardi: la sua mente era quasi del tutto catturata da Li Hongzhi e dai suoi insegnamenti, e non avrebbe accettato nessuna ipotesi di tornare indietro. Zheng Chunhua si prostrava ogni giorno davanti all’immagine di Li Hongzhi e si riprometteva continuamente di fare tutto il possibile, ed anche di più, per raggiungere quanto prima la cosiddetta "Consumazione".
Nel luglio 1999, intanto, il governo cinese aveva bandito il Falun Gong. Spiazzata dalla notizia, Zheng Chunhua interpellò subito i suoi compagni di setta, che la rassicurarono dicendole che la legge sarebbe stata solo temporanea e che dubitare della bontà degli insegnamenti di Li Hongzhi avrebbe seriamente rischiato di comprometterne gli effetti. Così la donna continuò a praticare devotamente gli esercizi prescritti, ancora più convintamente di prima.
Nel 2003, allo scopo di raggiungere il prima possibile la Consumazione e di salire ad un livello superiore a quello attuale, Zheng Chunhua decise di non restare più a casa ma di cominciare a propagandare il Falun Gong insieme ad altri compagni di setta. Per far ciò, spese tutti i risparmi di famiglia, con la convinzione che i suoi "Poteri del Gong" sarebbero aumentati e, grazie alla "Consumazione", la sua malattia sarebbe finalmente sparita.
Contemporaneamente, la sua salute cominciava a peggiorare sempre di più. Inizialmente erano solo dei mal di testa, oppure sensazioni d’affaticamento, ma ben presto la sua faccia iniziò a farsi grigia e anche la sua memoria cominciò ad accusare dei deficit. I figli non facevano altro che ripeterle di ricominciare a prendere le medicine, e soprattutto di farsi visitare in ospedale, ma la sua mente rifiutava simili consigli. Per tranquillizzarli e concludere velocemente il discorso, li rassicurava che l’avrebbe fatto, ma in realtà continuava solo a praticare il Falun Gong.
Il primo luglio 2006, mentre sedeva per la sua meditazione, sentì un fortissimo dolore alla testa e subito dopo perse i sensi. I familiari la portarono immediatamente all’ospedale, dove venne ricoverata d’urgenza, ma purtroppo ormai la salute di Zheng Chunhua era irrimediabilmente compromessa. Una forte emorragia cerebrale aveva danneggiato il suo cervello, e malgrado il lungo intervento compiuto dai medici per salvarle la vita, non fu comunque possibile scongiurarle la paralisi.
Da allora, Zheng Chunhua vive gran parte della sua giornata fra il letto e la carrozzina, con dolori e sofferenze continue e costanti. Nel ripercorrere la sua storia, la donna prova un immenso rammarico per tutto quello che ha fatto a sé e ai suoi familiari. L’obiettivo della "Consumazione" ha di fatto consumato la sua vita, lasciandole solo rimpianti frammisti a cenere.