Napoli, anziana denuncia: «Mia figlia vittima di una setta satanica, ha versato 316mila euro dopo avere venduto ville e garage»
Da quasi un anno attende che una indagine faccia luce sul caso della figlia, secondo le informazioni da lei stessa acquisite e recuperate anche dai suoi avvocati sul web, finita nelle grinfie di una setta satanica che le avrebbe sottratto, finora, ben 316mila euro. La donna, una 83enne che abita nell’hinterland a Nord di Napoli, ha presentato quasi un anno fa (era l’ottobre del 2018), una circostanziata denuncia all’autorità giudiziaria a cui ora chiede aiuto. «Mia figlia ha urgente bisogno d’aiuto», scrisse, «sono certa che è vittima di sette sataniche alle quali ha elargito centinaia di migliaia di euro».
Lo scorso gennaio il fascicolo è stato trasferito, per competenza, dalla Procura di Napoli Nord alla Procura di Perugia. In quella zona del centro Italia, infatti, sarebbe radicata la setta.
Ad aprire gli occhi all’anziana vedova è stata un’amica: la mamma, però, si era accorta dello strano comportamento della figlia. Il loro rapporto andava deteriorandosi giorno per giorno. A causa delle liti per due volte l’anziana donna è stata costretta a pernottare a casa di due sorelle. Era anche riuscita a convincere la figlia a denunciare tutto ma una volta in caserma, davanti ai carabinieri ha minimizzato la vicenda. Nelle due pagine, datate 12 ottobre 2018, l’anziana madre parla del precario stato di salute della figlia («ha iniziato a bere e ha bisogno di una psicologa») ma anche di tensioni, sempre più gravi, culminate con le minacce: «Una sera mi ha mostrato una pistola raffigurata nel tablet in suo possesso e mi passò al telefono un soggetto di voce maschile che mi disse che se non pagavo l’avrebbero bruciata». I soldi sono l’altra nota dolente: la 38enne si diceva afflitta da problemi economici malgrado il suo dignitoso lavoro. Le hanno anche pignorato parte dello stipendio. Difficoltà, diceva, riconducibili a problemi di salute. Ma, ricorda la madre, si era venduta tre garage in Sicilia, un’ abitazione di cinque vani e una villa, tra Catania e provincia, e un’altra villetta a Scalea. I soldi, in sostanza, non potevano mancare.
Fu in una rara occasione in cui riuscì a entrare nella stanza della figlia che scoprì la fine che aveva il denaro: da un estratto conto capì che lo aveva versato attraverso quattro bonifici, per complessivi 316mila euro, a una donna (di cui fa nome e cognome, ndr), secondo la madre componente la setta che l’aveva assoggettata. Proprio per evitare che i beni della figlia potessero finire tutti nelle tasche di quella gente, insieme con la denuncia la donna - difesa dal penalista Sergio Pisani e dall’avvocato Giuseppe Siciliano - presentò infatti anche un’istanza di sequestro dei beni. Il legale della signora, l’avvocato Pisani, con il consulente Eugenio Rapinese, è riuscito a estrapolare delle foto dal profilo Fb della figlia (adesso bloccato) che confermerebbero l’esistenza della setta: strane immagini, post preoccupanti e numerosi simboli satanici.
Ultimo aggiornamento: 16:58© RIPRODUZIONE RISERVATAArticolo pubblicato dal quotidiano Il Mattino il 31 luglio 2019