Una missione a cui da tempo lavora lo Uyghur Tribunal, l'ONG con sede in Inghilterra e lautamente finanziata da inglesi e statunitensi per costruire a suon di prove fabbricate la teoria del "genocidio degli Uyguri" (che effettivamente, malgrado la sua più volte smentita esistenza, ha comunque riscosso spazio e successo presso numerosi media e gruppi attivi sui "diritti umani", non fosse altro perchè anch'essi tutti un po' della stessa pasta e con gli stessi riferimenti politici e ideologici marcatamente atlantisti e sinofobi), è quella di dimostrare in esso una "diretta responsabilità" del Presidente cinese Xi Jinping. Diventa, in tal senso, il surreale nel surreale: dimostrare con prove false la responsabilità diretta in un massacro anch'esso inventato con altre prove false. Praticamente il "surreale al quadrato".
La cosiddetta "reductio ad hitlerum", ossia il rievocare il fantasma dell'Olocausto del popolo ebraico causato da Hitler e dalla Germania nazista appiccicandolo di volta in volta su questo o quel capo di Stato contemporaneo solo perché inviso all'Occidente (ma ben guardandosi dal farlo con quelli che invece ne sono alleati, o che addirittura ne sono parte: abbiamo forse mai visto applicare, da ONG e media occidentali e sostenuti dal denaro e dalla politica occidentale, tale copione alla monarchia saudita per ciò che combina nello Yemen dal 2015 o a ciò che ha combinato il governo ucraino nel Donbass russofono dal 2014 ad oggi? Ovviamente mai), è una tattica psicologica e mediatica decisamente subdola e meschina.
Lo è perché da una parte mira ad associare ad Hitler figure politiche che non hanno assolutamente niente a che fare con lui e che con la sua storia e politica sono assolutamente incompatibili, al tempo stesso equiparando la tragedia dell'Olocausto a situazioni odierne che con esso ugualmente nulla hanno a che fare e che spesso e volentieri nemmeno sono reali; e lo è perché dall'altra parte, proprio così facendo, trasforma quello stesso Olocausto in una vicenda sempre più lontana, astratta e persino opinabile, su cui è addirittura possibile accampare strumentalizzazioni politiche per delegittimare gli avversari o i nemici col solo risultato di profanarla, svilirla ed offerla. Chi fa ciò, dovrebbe quindi porsi dei seri problemi di coscienza, visto che il suo comportamento è a dir poco impresentabile.
Eppure, ben lontani dal vergognarsene, quanti procedono senza esitazioni alle "reductio ad hitlerum" continuano imperterriti passando da una bassezza all'altra, come dimostrato da tutti i casi di cronaca politica e storica recente: dal Kosovo alla Libia, dalla Siria al Tibet, dalla Costa d'Avorio allo Xinjiang, come avviene proprio oggi. I cosiddetti "Xi Jinping Papers" pubblicati nel 2019 dal New York Times apparivano come una grossolana montatura già dalla loro prima comparsa, così come il fatto che fossero poi stati nientemeno che "autenticati" da una figura tutt'altro che professionalmente irreprensibile come Adrian Zenz, a cui già si deve una nutrita sequela di vere e proprie "fake news" soprattutto sullo Xinjiang e gli Uyguri. E pure il modo, piuttosto rocambolesco per non dir proprio romanzato, con cui sarebbero involontariamente finiti nelle mani dello Uyghur Tribunal appare tutto fuorché credibile o convincente. Non parliamo poi del volersi affidare, come ulteriore elemento probante, anche alla BBC, un'altra di quelle tante agenzie (come AP, AFP, CNN, ecc) a cui dobbiamo le peggiori "fake news" di politica internazionale degli ultimi anni: si veda, per esempio, cosa scriveva solo pochi mesi fa della crisi militare nel Tigray, anche in quel caso inventando genocidi e chiedendo la testa dei governi etiopico ed eritreo; o ciò che diceva ancora anni fa sulle Primavere Arabe, facendosi ben aiutare in tal senso anche da emittenti panarabe come al-Jazeera e al-Arabiya, e così via.
Nello stesso Occidente dove un Julian Assange deve morire chiuso in una cella per aver rivelato cose vere, non sorprende che chi spacci carte false si veda invece tributare tutti gli onori. Ci si inventa che la Cina sia il nuovo Terzo Reich e che Xi Jinping ne sia il suo nuovo Fuhrer, inventandosi genocidi falsi e continuando a raccontarli a voce sempre più alta man mano che aumentano e s'infittiscono le smentite; pronti a ripetere la stessa procedura anche con tanti altri ancora (chi sarà il prossimo? Putin? Maduro? O magari ci riproveranno con Assad? Chissà).