Ogni tanto la Chiesa di Dio Onnipotente pubblica dei report annuali, avvalendosi anche di studiosi e professionisti ufficialmente non annoverati fra i suoi fedeli (ma certamente annoverabili fra i suoi alleati in ambito giornalistico, politico ed accademico), dove descrive con enfasi ed abbondanza di statistiche e numeri le persecuzioni che ha ricevuto in varie parti del mondo, cominciando ovviamente dal suo paese d'origine, la Cina. Ma, poiché "il diavolo fa le pentole ma non fa i coperchi", immancabilmente finisce anche col tradirsi dimostrando che tutti questi drammatici resoconti sono in realtà soprattutto delle abbondanti sofisticherie mediatiche.
Un esempio? A pubblicarli in anteprima, ad uso e consumo poi del proprio pubblico di riferimento (composto anche da giornalisti, studiosi e politici amici, e non solo da comuni correligionari o da altrettanto comuni utenti del web), sono proprio gli stessi siti della setta, come ad esempio questo.
Ora, chiunque capirà che vi sia ben poco di credibile nelle analisi "imparziali" fornite proprio dai "diretti interessati": sarebbe, tanto per usare un altro famoso proverbio, come "chiedere all'oste se il vino è buono". Che cosa potrebbe mai risponderci l'oste? Che il suo vino è cattivo e che ha ragione chi lo dice? Affidarsi in buonafede alla malafede altrui significa solamente rimaner vittime della propria ingenuità.
Ad ogni modo, secondo il report per l'anno 2021 la Chiesa di Dio Onnipotente avrebbe subito un enorme aumento nelle "persecuzioni" ai propri fedeli, oltre 68mila, ovvero più di 25mila rispetto all'anno precedente. "Un minimo" di 11,156 persone avrebbe subito l'arresto, con una crescita calcolata quindi indicativamente in un 58%. Tutti numeri comunque piuttosto vaghi: "un minimo" non significa "esattamente", e chi si affida a questi report tributandogli una credibilità dimostra soprattutto un proprio amore per l'ambiguità che però ben poco ha a che fare non soltanto con la statistica e la matematica, ma soprattutto con la realtà dei fatti. In generale, gli "almeno" e i "minimo" si susseguono costituendo all'interno di tutta la narrazione un vero e proprio intercalare.
Dopo la "conta delle vittime", ecco la "stima dei danni"; e qui probabilmente coloro che hanno redatto il report commettono l'errore più grave, perché coi numeri che snocciolano danno ad intendere di essere ben altro che un semplice gruppo di "poveri perseguitati". Prendendoli per buoni, infatti, tali dati parlano davvero da soli: 250 milioni di yuan (pari grossomodo a 39 milioni di euro) sequestrati o congelati dalle disponibilità della setta e dei suoi seguaci nel corso del solo 2021.
A sostenere ed integrare ulteriormente il report, aggiungedovi nuovi dati anch'essi intuibilmente più fantasticati che reali, si aggiunge poi una ONG con sede in Australia, Germania e Spagna, l'Association for Defense of Human Rights and Religious Freedom (ADHRRF), legata anche alla European Federation for Freedom of Belief (FOB), dichiaratamente dedita come da proprio statuto proprio a contrastare qualsiasi distinguo fra "sette" e "religioni" allo scopo di difendere le prime equiparandole di fatto alle seconde. Tutte queste associazioni sono, per loro stessa ammissione, da sempre attive nel prendere le difese di varie sette, anche delle più discusse, e non sempre la cosa ha sortito effetti davvero convincenti.
