"Radio Free Asia" non ha certo fama di essere un media proprio imparziale, soprattutto politicamente e geopoliticamente parlando. Fondata nel 1994 dal governo degli Stati Uniti, che la controlla tramite il Congresso, dal precedente Committee for Free Asia realizzato dalla CIA nel 1951, intende trasmettere e pubblicare in tutti quei paesi asiatici i cui governi non abbiano una linea politica in perfetto accordo con la sua linea politica; e questo con una funzione dichiaratamente tesa a destabilizzarli al loro interno, a costo anche e soprattutto di far ricorso a tanta progranda e disinformazione. Insomma, una funzione non diversa da quella che ebbero Radio Liberty e Radio Free Europe, così come da quella di tante ONG ugualmente ben rifocillate dalle istituzioni americane e non solo, ma in ogni caso ben poco difendibile.
Dovrebbe dunque sorprendere o quantomeno infastidire che la stampa italiana, a cominciare da quella cattolica, la usi come una propria fonte per aver qualcosa in più da raccontare in materia di fatti asiatici. Eppure è quanto avviene quando, per esempio Famiglia Cristiana, riporta le sue notizie in materia di libertà religiosa, in questo caso in Cina. Secondo la fonte, la statua di un grande Buddha alto 12 metri costruita nel 2015 era stato abbattuto nella Prefettura Autonoma di Garze, nel Sichuan, alla presenza di monaci e fedeli che avevano dovuto "assistere" a tale operazione. In precedenza, sempre secondo la medesima fonte, alcuni monaci erano stati arrestati e condannati al lavoro forzato per aver diffuso proprio la notizia dell'imminente demolizione. Nei fatti, sembrerebbe invece che la statua avesse grossi problemi di stabilità, trovandosi oltretutto in una zona fortemente sismica, e che ciò costituisse un serio pericolo per l'incolumità dei fedeli che oltretutto credevano che potesse proteggerli dai terremoti.
Del resto, altre fonti che vengono riportate sono pure quelle di AsiaNews e delle Missions Etrangeres e del suo media Eglises d'Asie, che ugualmente non hanno certo fama di grandissima imparzialità, e che parlano di un vero e proprio libro di catechismo ateo dal titolo "I principi dell'ateismo scientifico" recentemente diffuso dal governo di Pechino nelle scuole cinesi e presso i quadri del PCC. Ciò si sposa con quanto diffuso sempre in questi ultimissimi anni anche da altri media europei di settore, che insistentemente parlano di una vera e propria "nuova guerra alla religione" messa in atto dal Presidente Xi Jinping ne proprio paese.
E' un tema che, oltretutto, così ben gonfiato nella sua enfasi propagandista, ottiene un facile e piacevole risultato per la politica americana che lo promuove e lo alimenta: quello di coalizzare tutti insieme una serie di appartenenti a fedi diverse, presenti in Occidente e al di fuori della Cina (quindi anche in altri paesi asiatici, per esempio), dai cristiani delle varie chiese ai musulmani fino ai buddisti lamaisti. Si possono così riunire insieme in un sol colpo quanti parlano di persecuzione dei cristiani cattolici o dei cristiani protestanti, dei musulmani uyguri dello Xinjiang o dei buddisti tibetani, e così via; e ovviamente non manca spazio, visto che sempre di "fedi religiose" si tratta, per altre sette e gruppi (minori e non, religiosi e non), che vanno dalla Chiesa di Dio Onnipotente al Falun Gong, a cui parimenti le istituzioni americane ed occidentali hanno messo in mano enormi quote di denaro e di spazio politico e mediatico.
Si tratta dunque di un gioco che tende alla delegittimazione politica ma che certamente non facilita la comprensione e il dialogo tra diversi paesi e diverse civiltà, che pure sarebbero più che mai necessari. Non solo, ma tale gioco può, paradossalmente, proprio innescare nuove frizioni e conflittualità proprio tra diverse comunità religiose, che da sempre convivono insieme in questi paesi con un equilibrio che la storia ha più volte dimostrato esser più che fragile. E' forse proprio su questo, oltre che su tutto il resto, che quanti creano dal nulla certe "notizie" intendono puntare? Chi ha davvero a cuore le religioni del mondo, i loro valori e un loro pacifico e positivo dialogo per la convivenza, non ne fa di certo un suo argomento di "gioco" e men che meno un oggetto da strumentalizzare a fini politici.