Nella migliore della ipotesi, potremmo pensare che si sia trattato di una scelta improntata al "quieto vivere" politico, onde mettersi al riparo da eventuali polemiche, o peggio ancora di un ennesimo trionfo del "politicamente corretto", ovvero dell'utilizzo fin troppo inopportuno e a sproposito degli eufemismi pur di non chiamare le cose col loro vero nome. In una sessione tenutasi lo scorso 13 dicembre, la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha esaminato il caso di tre sette evangeliche in Bulgaria, una delle quali in particolari in passato aveva fatto molto discutere nel paese per i suoi metodi piuttosto violenti. Anche le altre, del resto, da questo punto di vista non passavano proprio inosservate.
Sulla scia di altre sentenze del passato, la Corte di Strasburgo ha puntato su una linea di morbidità e di apertura verso le tre sette bulgare, in questo caso addirittura compiendo un ulteriore passo verso un loro maggiore sdoganamento giuridico all'interno dell'Unione Europea. Infatti, leggendo la lunga sentenza, si evince come d'ora in avanti per la legge non saranno più da considerarsi come sette ma bensì come "minoranze religiose".
Come dicevamo, già in precedenza vi erano state altre sentenze che avevano inaugurato questa tendenza. Nel 2001, per esempio, la Corte aveva dato soddisfazione alle richieste dei Testimoni di Geova francesi, che non accettavano di essere definiti come una setta come invece era accaduto in alcune occasioni durante dei dibattiti politici al parlamento di Parigi, e dieci anni dopo avevano ottenuto un'ulteriore conferma dalla Corte in merito al pagamento delle tasse su cui erano entrati in collisione col governo. Nel 2008 i seguaci tedeschi del Osho Rajneesh avevano ottenuto il medesimo riconoscimento dalla Corte, non gradendo di essere definiti come una setta dalle autorità federali.
Lo zelo della Corte di Strasburgo nel suo prendere le difese delle sette in nome della libertà religiosa e di un'applicazione fin troppo estensiva del concetto di diritti umani ha poi finito con lo scontrarsi con altri paesi, al di fuori dell'UE, come ad esempio la Russia in merito ad un volantino in cui le autorità russe definivano ISKCON (più comunemente noti come Hare Krishna) una setta totalitaria e distruttiva. Sebbene termini come "setta totalitaria" o "setta distruttiva" siano del tutto comuni al mondo della psicologia anglosassone, storicamente il maggiormente preparato nella cura di persone coinvolte nella manipolazione settaria e nel loro percorso di ritorno alla normalità, secondo i giuristi di Strasburgo essi erano troppo "fuori luogo".
In tutti questi esempi che abbiamo menzionato, compreso quello dello scorso 13 dicembre, la Corte ha sempre respinto le obiezioni dei rappresentati dei governi nazionali che cercavano di difendere quello che semplicemente da sempre la psicologia afferma, a nome anche di tutte quelle persone che a causa di tali sette avevano patito dolorosi abusi fisici e psicologici. Sono infatti tutte sentenze esclusivamente politiche, che stabiliscono dei pericolosi precedenti che non tarderanno ad essere usati anche a favore di altre sette desiderose di legittimazione e riconoscimento. Decisamente, non tira una bella aria in quel di Strasburgo.