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Pur con alterne fortune, il Falun Gong cerca di recuperare spazio nel mondo mediatico italiano

2023-01-03 09:00

OS

News,

Pur con alterne fortune, il Falun Gong cerca di recuperare spazio nel mondo mediatico italiano

Al principio di dicembre, un articolo apparso sul Fatto Quotidiano ha restituito il Falun Gong ad una quantomeno parziale attenzione dell'opinione pub

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Al principio di dicembre, un articolo apparso sul Fatto Quotidiano ha restituito il Falun Gong ad una quantomeno parziale attenzione dell'opinione pubblica. Si trattava, per la verità, di uno di quei consueti "articoli denuncia" che solitamente abbondano soprattutto in testate come Bitter Winter, gestita dal CESNUR e che notoriamente difende qualsiasi setta religiosa, a maggior ragione se ostile alla Cina ma gradita all'Occidente in quanto funzionale alla "ragion politica" inglese, europea od americana; oppure come Epoch Times, il giornale di diretta proprietà e gestione proprio della setta Falun Gong, che ovviamente ha sempre tutto l'interesse a perorare la causa del proprio "editore", non di rado anche a costo d'inventarsi di sana pianta le notizia. Di articoli del genere ne sono apparsi diversi nel corso di questi anni, non soltanto sulla stampa italiana più quotata, coinvolgendo quindi grandi nomi dell'editoria e del giornalismo nazionali, ma ancor più su quella estera; non deve dunque sorprendere e men che meno infastidire che tuttora possa capitare, dato che è un fatto proprio di una società in cui vigono la libera opinione e la libera espressione, diritti sanciti in Costituzione. Tuttavia, proprio per questa ragione, è anche giusto poter esprimere la propria chiave di lettura dinanzi ad articoli, dichiarazioni o pubblicazioni che possano risultarci dubbi o comunque non convincerci.

 

La storia di Yunyuan, ragazza cinese che vivrebbe in Italia denunciando la sorte capitata ai suoi familiari in patria, come dicevamo non è dissimile da altre che si possono leggere proprio su testate come Epoch Times e Bitter Winter o altre ancora che si occupano a tempo pieno di notizie che, con tono marcatamente più aggressivo, mirano in sostanza soltanto a delegittimare e diffamare tutti i paesi sgraditi a questa o a quella setta, curiosamente proprio quegli stessi paesi sgraditi anche all'agenda politica di Washington e Bruxelles. Il racconto di persone che si celano dietro un "comprensibile" anonimato è spesso e volentieri funzionale a nascondere narrazioni che mirano a ben altre intenzioni da quelle ufficialmente presentate, ed in tal senso è piuttosto difficile che in molti possano davvero riporvi fiducia a meno che non siano mossi da dei loro presistenti e fermi pregiudizi nei confronti proprio di questo o di quel paese, cosa in realtà piuttosto facile anche nel nostro Occidente dove l'informazione ben di rado marcia separatamente dalla "ragion politica".

 

Anche Rai News 24, con un servizio andato in onda un mese fa e che è solo uno dei tanti che si potrebbero citare, dedicato alla manifestazione dei foglietti bianchi tenuta da alcuni ragazzi a Roma in segno di protesta contro le autorità cinesi e le loro misure anti-Covid interpretate in maniera piuttosto strumentale dai media occidentali, ha mostrato alcuni ragazzi italo-cinesi col volto coperto di cui uno narrava delle drammatiche sorti avvenute alla sua famiglia in patria. Il camuffamento e l'anonimato, pure in quel caso, dovevano ufficialmente porre quella persona al riparo da eventuali e nuove ritorsioni, e lo stesso valeva anche per i pochi che lo accompagnavano in quella piccola dimostrazione tenutasi al centro di Roma, sicuramente ben concordata dato che non mancavano i riflettori delle più importanti televisioni nazionali con tanto di tempo e spazio anche per rilasciare una neppure troppo breve intervista.

 

La cosa appare più che sospetta se pensiamo che tante altre manifestazioni, di cui è pieno il calendario romano, raramente trovano spazio sui nostri media nazionali, probabilmente perché tenute da lavoratori che manifestano per ricordare la vertenza che riguarda la loro azienda o per chiedere il rinnovo del loro contratto di lavoro, o per questioni legate al carovita: tutte cose che evidentemente, sempre per "ragion politica" ovvero per "convenienza politica", è sempre bene non consegnare alla conoscenza dell'opinione pubblica. Se si preferisce dar spazio a persone che si nascondono dietro l'anonimato e che pertanto potrebbero anche farci credere tutto quel che vogliono, anziché dar spazio alle rivendicazioni di ben altre categorie come operai, trasportatori o agricoltori che si lamentano perché non sanno più come andare avanti e nel dire ciò che pensano sono disposti a metterci la faccia e il loro vero nome e cognome, allora vuol dire che c'è qualcosa nei nostri media che non funziona più tanto bene, e abbiamo tutto il diritto di pensarlo.

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