I famosi "avvenimenti di Naju", ovvero una catena di presunti miracoli della Madonna manifestatesi a partire dal 1985 nella cittadina di Naju, nei pressi di Kwangju in Corea del Sud, hanno a lungo attirato l'attenzione del mondo cristiano non soltanto in patria ma anche nel resto del mondo, al punto da indurre la Chiesa Cattolica Romana a numerosi controlli e valutazioni. Molti credenti, allora come in seguito, pensarono davvero ad una nuova Fatima o ad una nuova Medjugorje in estremo Oriente, in terre che fino a quel momento ad una piena evangelizzazione da parte del Cristianesimo non si erano mai prestate pur ospitandolo da tempi remoti.
Quando il 30 luglio 1985 la signora Julia Youn dichiarò di aver visto piangere la statuetta della Madonna custodita nella sua abitazione, la fama iniziò a spargersi in tutta la Corea. In seguito, gli avvenimenti si moltiplicarono differenziandosi sempre di più, dal pianto di lacrime amare a quello di olio fragrante, dal movimento in avanti e indietro della statua nella sua nicchia all’emanazione di profumo di rose dal corpo della stessa Julia Youn, a cui oltretutto la statua dava numerose "rivelazioni", ed infine il più recente "miracolo dell’eucarestia" consistente nell’apparizione di un’ostia consacrata. La notorietà non tardò a spargersi anche al di fuori della Corea, giungendo alle orecchie dei vertici cattolici romani, mentre quelli locali intanto seguivano la vicenda avviando le loro prime indagini.
Fin dal 30 dicembre 1994 l'Arcivescovo di Kwangju aveva formato un'apposita commissione d'indagine, insospettito dal crescente numero di fedeli non soltanto cattolici ma anche di altre fedi giungere da sempre più paesi per venerare la statua della Madonna ed assistere ai suoi "avvenimenti". Dopo aver più volte svolto sopralluoghi, interrogato testimoni ed incontrato la stessa Julia Youn, ed averne visitato la casa e la nicchia con la statua della Madonna, la commissione ha redatto una corposa documentazione che hanno portato Monsignor Victorinus Youn a diffidare i fedeli dal seguire i cosiddetti "miracoli di Julia" ovvero gli "avvenimenti di Naju". Secondo il prelato, gli scritti di Julia "mancano di genuinità e credibilità" dato che le ipotetiche dichiarazioni della Madonna sarebbero largamente ricopiate da intere parti di altri libri religiosi pubblicati in Corea.
Anche il "miracolo dell'eucarestia", che molto ha impressionato credenti e pellegrini, è parso ai vertici ecclesiastici come un evento a dir poco discutibile, se non addirittura profano: secondo quanto raccontato da Julia Youn, l'ostia si trasformerebbe nella sua bocca in un brandello di carne sanguinante. Per Monsignor Victorinus Youn questo non potrebbe certo costituire un "miracolo", ma piuttosto una macchinazione di cattivo gusto, dato che per la fede cattolica il miracolo della transustanziazione del pane e del vino si legherebbe alla celebrazione della Messa e alle parole pronunciate in quel caso dal sacerdote in memoria di quanto fatto dal Cristo.
Fin qui i fatti che ereditiamo dal passato, relativi alla prima affermazione del movimento religioso intorno a Naju in Corea del Sud e su cui i vertici cattolici tentarono una prima e parzialmente riuscita stroncatura. Ciò non ha comunque fermato il fenomeno di culto fiorito intorno alla statuetta della Madonna e alla sua proprietaria, ormai ultrasettentenne, nel frattempo diffusosi anche al di fuori della Corea. Anzi, per certi aspetti la dissociazione da parte della Chiesa Cattolica, che nel 2008 ha scomunicato Julia Youn, ha costituito quasi una sorta di pubblicità, che l'ha fatta apparire come "martire" agli occhi di quella parte di pubblico incline a giudicare la Chiesa tradizionale come ormai troppo lontana dal reale messaggio divino. Anche la sospensione di un sacerdote che per tali ragioni si era schierato dalla sua parte, padre Aloysius Chang Hong-bin, ha indubbiamente incentivato quelle polemiche. Tuttavia, ritrovarsi al di fuori della Chiesa ha permesso a Julia Youn, oggi nota anche come Julia Kim, di costituire un proprio movimento religioso, in cui poter decidere cosa dire e fare come meglio vuole.
Da tempo anche in Cina, dove molte sette nate in Corea del Sud hanno sempre tentato d'infiltrarsi talvolta pure con un certo successo, si tiene d'occhio il movimento fondato da Julia Youn in arte Julia Kim, dopo che sono state riscontrate a danno dei suoi seguaci pratiche come il lavaggio del cervello, la truffa e lo sfruttamento fisico ed economico. Sono in particolare le autorità di sicurezza di Hong Kong, dove maggiormente la setta è presente, ad essere entrate in allarme, condividendo dunque il punto di vista già da tempo espresso anche dalla stessa Chiesa Cattolica. La setta, d'altronde, è presente anche negli Stati Uniti, con un buon numero di seguaci che nel momento in cui hanno cominciato a fiutare nuovi provvedimenti delle autorità cinesi nei confronti dei loro correligionari non hanno tardato ad invocare l'interessamento delle autorità e delle associazioni "umanitarie" americane.
Ad oggi, oltre che nella natia Corea del Sud, ad Hong Kond e negli Stati Uniti, la setta di Nostra Signora di Naju risulta ben presente anche nelle Filippine e in altri paesi come l'Italia, dove il suo proselitismo negli anni non è mai venuto meno per poi addirittura intensificarsi negli ultimi tempi.