Spesso molti di noi possono imbattersi in consigli o veri e propri "decaloghi" di precetti da seguire per ottenere uno stile di vita sano, basandosi su esercizi fisici e filosofie spirituali e ginniche delle più eterogenee, o addirittura per curarsi il più possibile con cure naturali ed omeopatiche che portino quindi ad escludere il ricorso a qualsiasi altra forma di medicina moderna.
In sé certamente non vi è nulla di male, giacché effettivamente la rivoluzione industriale e la modernità ci hanno abituati a tante comodità di cui però oggi ci rendiamo conto del prezzo: la chimica, per esempio, ha avvelenato i terreni e i suoi frutti, e così ha fatto col resto dei cibi, col risultato di avvelenare anche noi. Per non parlare di cosa siano gli allevamenti intensivi, che hanno equiparato gli animali allevati a prodotti in catena di montaggio e fatto di noi consumatori dei veri e propri robot che ci nutriamo di tutti quegli ormoni e di quei farmaci che proprio agli animali vengono quotidianamente somministrati per accelerarne ed ingigantirne la crescita. E poi i conservanti, le cattive abitudini come la sedentarietà, il fumo, e tutti gli inevitabili effetti per la salute che ne derivano, dall'obesità alle malattie cardiache e via dicendo. C'è indubbiamente quanto basta per poter desiderare una vita più salubre, fatta di più movimento, di cibi più naturali, senza infine abusare o ricorrere a farmaci di sintesi anche quando non ve ne è necessità, e via dicendo. Fin qui, realisticamente, nulla di male: al contrario, ben venga che lo si faccia.
Già, ma come fare? In pochi, effettivamente, hanno un'idea precisa da dove cominciare. In molti si informano come possono, magari dalla televisione e dai social, o da qualche rivista di salute e bellezza, altri invece cominciano a frequentare una palestra e si affidano alle cure dell'istruttore che provvederà a seguirli. Si fa come si può, certo. Ma non di rado ciò ci può esporre anche a dei facili rischi. Internet per esempio abbonda anche di falsi o cattivi maestri, che possono irretire i malcapitati in pratiche che prima o poi potrebbero rivelarsi pericolose per la loro salute o per quella dei loro amici, partner e familiari. Molte discipline New Age, nate a partire dagli Anni '70 e divenute ancor più popolari negli Anni '80 e '90, inizialmente si presentavano proprio in quel modo, con vesti benigne. Ma poi hanno finito col dar vita a delle vere e proprie sette o nuove religioni, in cui è facile entrare ma difficile uscire se non pagando un grave prezzo personale, quando fisico e materiale, quando psicologico e morale.
I loro luoghi di reclutamento? I più disparati: si va da palestre a centri benessere, fino allo stesso internet oggi più centrale che mai. Ma anche vagando per le librerie si possono trovare non pochi testi dai contenuti alquanto discutibili, al pari dei loro autori e di quanti, incautamente o meno, ne tessono le lodi. Erano tutte pratiche nate con un aspetto innocuo e benevolo, ma dietro quell'apparenza tanto rassicurante covavano in realtà il desiderio di facile arricchimento di personalità senza troppi scrupoli come i loro ideatori e promotori. Il Falun Gong, di cui spesso si parla, nacque proprio così: inizialmente a tutti, in patria, sembrava una cosa del tutto onesta alla pari di molte altre, utile a migliorare la propria salute combinando insieme alcune condotte alimentari, etiche e ginniche già in buona parte note al pubblico sia asiatico e cinese in particolare. Ma non era così, perché dietro a quelle sembianze tanto benigne si celava ben altro, come il lavaggio del cervello e lo sfruttamente psico-fisico di molti suoi membri, la propaganda politica e lo sfruttamento economico, infine l'induzione anche ad atti lesivi per la persona e la proprietà oltre che per l'ordine pubblico. Una catena di attentati cominciò a scuotere la Cina fin dal 1996 per culminare in quello più eclatante, che portò alla messa al bando del Falun Gong ormai divenuto una potente setta da parte delle autorità, quando nel 2001 alcuni suoi adepti si diedero fuoco letteralmente sotto i riflettori televisivi in Piazza Tienanmen, a Pechino.
Dichiarata nemica e fuorilegge dalle autorità cinesi, possiamo dunque ben capire perché la setta da allora sia sempre più ostile verso di loro. Ciò le ha permesso di strutturarsi con ancor più facilità in Europa e in America, dove ha trovato sponde e aiuti dei più vari, anche dai governi più influenti dell'Occidente. Non può dunque meravigliare se, avvicinandosi anche solo per caso a questo movimento, si noterà nei suoi promotori e seguaci una fortissima veemenza anticinese: è ormai parte del loro "pacchetto di insegnamenti", insieme a quelle più o meno riconducibili allo Yoga, al Taiji, al Qigong, al Tao, e via dicendo. Volendo, vi sono anche teorie discriminatorie verso disabili, omosessuali e persone di altre etnie, e non ultimo strane "certezze" sull'operato di civiltà aliene più o meno malvage nelle sorti passate, presenti e future della Terra, cosa quest'ultima che ricorda un po' una certa Scientology (anche questa, una realtà non proprio delle più raccomandabili). Il tutto sullo sfondo di un guru, il fondatore della setta Li Hongzhi, che nel corso degli anni è diventato ricco come un nababbo dando vita ad un vasto impero finanziario e mediatico corredato di propri giornali e televisioni, e che afferma di aver vissuto migliaia di vite, di vantare poteri soprannaturali e di discendere dai più antichi imperatori cinesi.