
Se all'estero ed in particolare in molti paesi asiatici, europei o negli Stati Uniti la setta Falun Dafa (anche nota come Falun Gong) gode di una buona presenza e di conseguenza non ha neppure troppi problemi a raccogliere un numero di seguaci sufficiente a dar vita a manifestazioni pure molto corpose, in Italia invece le cose non sono mai andate granché bene, un po' per la difficoltà a darsi a livello nazionale un'organizzazione davvero unitaria a causa dei molti personalismi e delle conseguenti rivalità interne ed un po' per la difficoltà a fidelizzare molti membri per mantenerli con sé nel corso del tempo. Di conseguenza, dopo i primi anni di discreta diffusione sul suolo nazionale, i suoi adepti e simpatizzanti hanno inevitabilmente cominciato a disperdersi e a scremarsi nel numero, magari approdando in altri gruppi pseudospirituali consimili o addirittura mantenendo di quella momentanea infatuazione un cattivo ricordo ormai rimasto alle proprie spalle.
Ciò non toglie che il 13 maggio o nelle giornate immediatamente antecedenti e seguenti anche in Italia i più motivati adepti della setta abbiano cercato ugualmente di testimoniare la loro presenza al pubblico così come ai loro correligionari all'estero, ed ancor più ai vertici del Falun Gong che al fatto di non essere mai riusciti davvero a sfondare nel nostro paese non si sono mai proprio del tutto rassegnati. A provare lo zelo e persino la concitazione con cui le varie branche della setta in Italia hanno tentato di dimostrare il loro impegno in Italia ai propri vertici lo testimonia il forte tamtam mediatico con cui successivamente hanno cercato di diffondere la notizia: dall'edizione italiana del giornale ufficiale del Falun Gong, The Epoch Times, a YouTube fino ai social come Facebook, numerose sono le immagini a testimonianza dell'impegno profuso.
In particolare, a Roma in Largo Torre Argentina, in pieno centro storico; solo pochi giorni dopo in Toscana, nelle campagne fiorentine, per poi riapparire una settimana più tardi con un'esercitazione e presidio in pubblico in centro a Firenze; a Milano, dove hanno partecipato oltre al gruppo lombardo anche altri praticanti dal Veneto e dal Piemonte. Complessivamente, quasi sempre le stesse persone, tutto sommato poche considerando che si trovavano in città assai popolose e che potevano anche contare su qualche rinforzo da altre città; di fatto sembrano un po' come i famosi aerei dell'Aviazione di Mussolini, poche decine che venivano fatte volare da una città d'Italia all'altra in occasione di questa o quella manifestazione, fino a sembrar non più poche decine ma qualche centinaia o persino migliaia. E' un comportamento molto comune in occasione di piccoli gruppi che riescono, almeno loro, a mantenersi un po' più fidelizzati grazie magari anche ad amicizie ed affinità personali, ma che ben di rado regge a lungo se ripetuto con gruppi numericamente molto più importanti. Insomma: un'apparizione lontana dal potersi definire un successo, e certamente molto modesta.
Diversa la situazione all'estero, in particolare in paesi come l'Inghilterra, il Canada o gli Stati Uniti dove la Giornata Mondiale della Falun Dafa ha potuto considerarsi un indubbio successo, e non soltanto per via delle cospicue comunità cinesi locali: San Francisco, New York, Ottawa, il New Jersey, Toronto, Londra, sono sicuramente i luoghi che hanno regalato le sfilate e i raduni più numerosi. Anche a Kiev, in un'Ucraina in guerra, pur con qualche giorno d'anticipo rispetto alla data ufficiale un gruppetto di adepti ha fatto la sua apparizione; anche se, al pari di molti altri loro connazionali attivi in altre sette, gran parte dei seguaci del Falun Gong in Ucraina hanno ormai cominciato a riparare in Europa Occidentale, in particolare in paesi come Polonia, Lituania o Germania, ma anche in Italia.