Qualche giorno fa s'è conclusa la stagione italiana per il 2022 di Shen Yun, il "corpo artistico e teatrale" della setta Falun Gong, ma come da facili previsioni i suoi riscontri presso il pubblico sono stati pochi e nemmeno più di tanto memorabili. Sostanzialmente, ma anche questo non meraviglierà nessuno dei nostri abituali lettori (e men che meno quanti, peggio ancora, in passato hanno avuto modo d'assistere proprio coi loro occhi ai suoi spettacoli, trovandoli ben poco commendevoli), a parlare di "incanto" o "sensazione paradisiaca" è soltanto lo stesso Falun Gong, che loda la sua Shen Yun sulla sempre sua testata giornalistica The Epoch Times. Basterebbe ed avanzerebbe questo per non dover più scrivere altro, visto che già così la notizia appare così meschina da far crollare a terra dal ridere: ma del resto raramente, se non mai, chi è in una setta è disposto ad accettare ironie sulla propria "fede", a men che meno a rendersi conto anche di quanto possa involontariamente coprirsi di ridicolo.
Se in passato vi erano state testate nazionali di una certa importanza (ad esempio Il Giornale), o anche soltanto edizioni locali e regionali di non minore spessore, che avevano pubblicato comunicati relativi all'imminente apertura delle stagioni italiane di Shen Yun o persino recensioni ai suoi spettacoli già avvenuti (solitamente inviati in redazione e pubblicati nelle edizioni online), a partire da qualche anno il bilancio è andato facendosi sempre più magro. Prova ne sia che quest'anno soltanto il quotidiano triestino Il Piccolo annunciava che a partire da quella stessa sera, martedì 28 e fino al successivo giovedì 30, giornata conclusiva della stagione italiana di Shen Yun, se ne sarebbero tenuti gli spettacoli presso il Teatro Rossetti di Trieste: come a voler dire che l'articolo usciva proprio all'ultimo momento, magari malgrado più di un rinvio, giusto per non dare un immotivato dispiacere alla Fondazione di un teatro prestigioso.
Con quella triestina s'è dunque conclusa una stagione iniziata a il 25 maggio a Firenze al Teatro Verdi, proseguita poi a Udine al Teatro Nuovo Giovanni, quindi a Milano al Teatro degli Arcimboldi, a Cagliari al Teatro Lirico, a Palermo al Teatro Massimo, a Parma al Teatro Regio e a Verona al Teatro Filarmonico. In totale otto apparizioni in otto rispettive città e teatri, e con sempre maggiori defezioni da parte di teatri importanti che oggi di Shen Yun evidentemente non vogliono proprio più sentirne parlare: poca l'affluenza del pubblico in rapporto ai numeri a cui solitamente quelle strutture erano abituate, e soprattutto scarsi i pareri degli spettatori che vi avevano assistito pensando di trovarsi di fronte a spettacoli di ben altra qualità, certamente più consoni al nome dei palcoscenici che li ospitavano. Nel 2020, per esempio, Shen Yun s'esibiva al prestigioso Teatro San Carlo di Napoli, o al Teatro Carlo Felice di Genova, e prima ancora persino al Teatro dell'Opera di Roma, nel 2018; ma ormai è davvero assai difficile ipotizzare un suo possibile ritorno su tali piazze, così esigenti e selettive. Insomma, anche tra i teatri che hanno acconsentito alla stagione 2022 non è detto che Shen Yun tornerà a farsi rivedere per la stagione 2023.
Volendo, si possono fare delle eccezioni soltanto per teatri come il Verdi di Firenze o l'Arcimboldi di Milano, dove ormai da anni Shen Yun ripete le sue apparizioni grazie ad una piccola ma fedele platea che assiste ai suoi spettacoli con una resa per affluenze e botteghino sufficienti ad appagarne le strutture; ma parliamo di due realtà che, per quanto assai diverse tra loro per età e per storia, hanno in comune la caratteristica d'ospitare ogni genere di spettacoli, con capienze interne (1538 e 2346 posti rispettivamente) che in città come Firenze e Milano non è certo un problema saturare. Tant'è che, ad inizio della stagione 2022 di Shen Yun, il Teatro degli Arcimboli era proprio l'unico a segnare il "tutto esaurito"; ma è anche vero che Milano può vantare da sola 1,5 milioni d'abitanti, a cui si potrebbero aggiungere poi l'hinterland ed infine anche gli spettatori in trasferta (un fatto, quest'ultimo, che parimenti vale anche per Firenze).
Insomma, in assenza di pareri dalla stampa ufficiale nazionale e regionale, che di Shen Yun e del Falun Gong che la gestisce preferisce sempre più lavarsene le mani, tocca accontentarsi di quanto ci racconta The Epoch Times, ovvero sempre lo stesso Falun Gong. Ed ecco che nel caso di Milano si parla di "conquista, ancora una volta", di Palermo "di un fiore che potrà aprire il mondo", di Udine "una sensazione paradisiaca", ed infine di Firenze che "incanta il pubblico". Per cercare di dare un po' di enfasi ai pretesi successi, in ogni articolo non mancano di comparire foto e pareri di VIP locali, tra i quali anche due ex parlamentari: tutte figure comunque lontane da una piena notorietà nazionale, o che neppure aspirano a riscuoterla. Anche questo, un altro spiacevole fatto a cui ormai Shen Yun in Italia ha dovuto suo malgrado abituarsi: i "grandi nomi" e le "grandi celebrità" non perdono tempo con gli spettacoli di una "setta danzante".