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Aprile, il mese del grande ritorno sulla scena del Falun Gong in Italia

2021-04-28 09:00

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Aprile, il mese del grande ritorno sulla scena del Falun Gong in Italia

Anche quest'anno, il Falun Gong ha cercato di far coincidere il Giorno della Liberazione con un suo 25 aprile "personale"...

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Ad aprile, in Italia, il Falun Gong è uscito dal letargo, cominciando a praticare una serie di attività nella Penisola, ma soprattutto a manifestare una forte vitalità in ambito mediatico ed in particolare nei social. In parte dietro questo ritrovato attivismo vi è una motivazione di tipo stagionale, ma non dobbiamo nemmeno trascurare il forte significato simbolico che il mese di aprile ha per gli italiani: in primo luogo, perché proprio in quel mese, tanti anni fa, finiva finalmente la Seconda Guerra Mondiale, con la Liberazione.

 

Non è dunque un caso se proprio negli ultimi giorni di aprile ha cominciato a manifestarsi in modo più sostanzioso il ritorno sulla scena del Falun Gong nelle sue varie diramazioni italiane. D'altronde, come già sottolineato, anche il clima più mite, primaverile, permetteva finalmente a molte persone di sfruttare in modo più agevole il proprio tempo libero, con più motivazione e soddisfazione.

 

E siccome l'anniversario della Liberazione, il 25 aprile 1945, era ormai incombente, quale poteva essere il modo migliore per riprendersi l'attenzione se non proprio cercare di farlo coincidere col 25 aprile 1999, quando a Pechino numerosi adepti del Falun Gong si erano ritrovati per manifestare contro il governo e per difendere gli interessi della loro setta e del suo massimo leader, Li Hongzhi? Come sappiamo, è qualcosa che il Falun Gong ha già fatto anche in passato, non soltanto in Italia, ma che nel caso italiano ha ormai "lontani" precedenti storici, come questa manifestazione a Torino risalente a quattro anni fa.

 

Insomma, è un "vecchio trucco", tipico ormai di molte persone che credono che il prossimo debba per forza di cose essere sempre pronto a credere a qualsiasi speculazione, purché condita con un po' di "antifascismo di circostanza". Del resto, da qualche anno, questo comportamento va molto di moda in tantissimi partiti e realtà associative, e quindi non è certamente solo un'esclusiva del Falun Gong. Ma sta anche diventando un comportamento, o trucco, talmente abusato da trovar sempre meno pesci pronti ad abboccare all'amo.

 

Ed infatti, nel caso per esempio del Falun Gong, possiamo notare come tutte quelle manifestazioni del passato, che in Italia si verificavano in più città capoluogo in contemporanea, adesso semplicemente non avvengano più, o che al limite si riducano solo a poche persone, sempre le solite, i cosiddetti "irriducibili" che però anche per questa esiguità e marginalità si fanno pure notare molto meno.

 

I social, se non altro, permettono al Falun Gong di continuare la sua propaganda in Italia, ma sempre con scarsi esiti su un pubblico che in teoria sarebbe ben più vasto. A poco serve pubblicare le foto delle grandi manifestazioni a Vancouver, a New York, o in altre realtà dove oggettivamente il seguito della setta è ben numeroso, se poi in Italia ciò non partorisce risultati migliori.

 

Tuttavia, la pagina del Falun Gong su Facebook ha pubblicato alcune immagini, relative al 25 aprile italiano, e rimarcando proprio la "coincidenza" con quello di Pechino. L'accostamento fra la fine dell'occupazione nazista in Italia e la caduta dell'ultimo regime fascista con una manifestazione a Pechino avvenuta nel 1999 e ben meno giustificabile nel merito come nelle finalità, però, in altri tempi nel nostro paese avrebbe suscitato uno scandalo enorme. Oggi, invece, trova qualcuno disposto a dargli un qualche consenso, oppure nel peggiore dei casi passa semplicemente inosservato, quasi "perdonato".

 

Si sono dunque tenute, nel nostro paese, solo due manifestazioni, a Roma e a Milano, ridotte come ormai da tradizione di diversi anni a questa parte a pochi numeri. Poche persone in entrambi i casi, in città che notoriamente contano milioni di persone, è qualcosa che dovrebbe far riflettere. D'altronde, la sempre più serrata proliferazione di nuovi gruppi settari che da anni caratterizza il nostro paese, dediti alle più disparate forme di spiritualità, anche di tipo orientale od orientaleggiante, ha portato una terribile concorrenza al Falun Gong, che si è ritrovata letteralmente cannibalizzata con la perdita di numerosi adepti. Altri, invece, si sono semplicemente annoiati o sono rimasti delusi, preferendo ritornare alla normalità: e non sono certo pochi.

 

Tuttavia, il ritrovato attivismo mediatico del Falun Gong conferma il desiderio della setta di tornare ad "investire" anche sull'Italia, e di riprendersi la scena persa a vantaggio di altre sette concorrenti, sia di origine cinese che non. L'occasione del 25 aprile era oggettivamente troppo ghiotta per poter essere trascurata, ma anche tutto il resto dell'anno sarà importante: soprattutto per poter verificare la consistenza dei risultati che indubbiamente i vertici e i più convinti attivisti del Falun Gong si aspettano.

 


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