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Tradizionalisti, Sedevacantisti e gruppi consimili (Prima Parte)

2021-11-27 22:03

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Tradizionalisti, Sedevacantisti e gruppi consimili (Prima Parte)

Un caso che da anni suscita curiosità nel vasto mondo della Chiesa Cattolica è certamente quello dei cosiddetti “Sedevacantisti”, considerati come un’

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Un caso che da anni suscita curiosità nel vasto mondo della Chiesa Cattolica è certamente quello dei cosiddetti “Sedevacantisti”, considerati come un’eresia che nel tempo ha dato luogo a vari scismi. Essi sono solo una parte dei più numerosi e famosi “Tradizionalisti”, termine con cui si designano le varie correnti del conservatorismo cattolico.

 

Ad ogni modo, fu la “Fraternità Sacerdotale San Pio X” a rendersene la maggiore interprete, sotto la guida del suo fondatore Monsignor Marcel Lefebvre, che ingaggiò un duro contrasto dottrinario con le gerarchie ecclesiastiche romane rifiutando le novità scaturite dalla chiusura del Concilio Vaticano II. Pur violando l’ingiunzione a non nominare nuovi sacerdoti, cosa che nel 1976 lo rese “sospeso a divinis”, Mons. Lefebvre si astenne dal nominare vescovi e ciò mantenne la sua comunità solo in stato di “disobbedienza” ma non ancora di vero e proprio scisma, permettendogli di mantenere un certo qual dialogo con le gerarchie romane anche nel corso degli anni successivi.

 

Un tentativo di riavvicinamento e persino di reinserimento della Fraternità vi fu nel 1988, arenandosi però ben presto e dando quindi luogo allo scisma vero e proprio, con la nomina di quattro vescovi che vennero immediatamente scomunicati insieme ad un quinto vescovo che aveva presenziato alla loro consacrazione e a tutto il resto della comunità. Papa Giovanni Paolo II, dopo la pubblicazione della lettera apostolica “Ecclesia Dei” esercitò inoltre anche costanti pressioni affinché più membri possibile della Fraternità rientrassero nella Chiesa Cattolica, operazione che effettivamente incontrò un discreto successo accelerato poi dalla successiva morte di Mons. Lefebvre nel 1991.


Ad ogni modo gli elementi più conservatori e legati al messaggio preconciliare sono rimasti all’interno della Fraternità, che nel corso del tempo ha conosciuto così una nuova espansione, con la nascita e la crescita di vari ordini religiosi sia maschili che femminili, sia di tipo attivo che contemplativo, presenti in numerosi paesi nel mondo. La Fraternità nel 2021 risulta infatti presente in ben 72 paesi, dei quali 37 con sacerdoti residenti e 35 con sacerdoti in missione, contro i “soli” 45 del 2000. Molto forte, in tal senso, è il legame con le Chiese scismatiche e sedevacantiste di rito Greco-Cattolico dell’Europa Orientale, ispirate a quella ufficiale, storicamente in comunione con la Chiesa Cattolica Romana e da essa formalmente separate.

 

Tra queste spiccano la Fraternità Sacerdotale San Giosafat Kuncewycz di Lviv, fondata nel 2000, e la Chiesa Ortodossa Greco-Cattolica Ucraina, costituitasi nel 2009, ma non mancano anche altre analoghe comunità minori in Polonia e Lituania. Di tutte queste comunità religiose è sempre avvertibile, come elemento connaturato al loro conservatorismo dottrinario, una certa vicinanza anche agli ideali politici delle destre ultranazionaliste, particolarmente influenti in questi paesi e per le quali costituiscono una sorta di “punto di riferimento” venendo identificate come custodi della tradizione e dell’identità nazionale. 


La Fraternità, dal 2018 retta a livello internazionale da Don Davide Pagliarani, che ha svolto il proprio apostolato a Rimini e a Singapore, in Italia ha dallo stesso anno il suo superiore nel francese Don Louis Sentagne, sotto la cui autorità ricadono quattro priorati, varie chiese ed istituti religiosi femminili. Sempre sotto il Distretto italiano ricade poi anche la competenza per la missione in Albania. 


Il contrasto tra la Fraternità e la Santa Sede non si basa soltanto sul fare o non fare la messa in latino, ovvero secondo il rito di San Pio V che venne abbandonato col Concilio Vaticano II, ma anche su questioni dottrinarie e teologiche che ad esso bene o male sono comunque sempre legate. Ad esempio, l’implicita accettazione da parte della Chiesa Cattolica che le religioni siano tutte uguali condurrebbe progressivamente ad un relativismo che porterebbe i fedeli ad allontanarsi dalla fede cattolica e quindi da quella che per i membri della Fratellanza sarebbe l’unica vera religione. Sempre per questo motivo, non vengono accettati il codice di diritto canonico introdotto nel 1983 e che non riconosce più la Chiesa Cattolica come unica vera chiesa, la riforma liturgica che mira a ridurre le differenze con le fedi protestanti, e la politica della Santa Sede di puntare sui Concordati anziché rivendicare quei diritti e privilegi che a loro giudizio spetterebbero ai cattolici in quanto seguaci dell’unica vera religione. 


Ciò, intuibilmente, è alla base dell’indisponibilità della Fratellanza così come di gran parte degli altri gruppi consimili a sviluppare un dialogo ed un confronto col resto del mondo cattolico ormai saldamente post-conciliare, e a maggior ragione con tutte le altre chiese, ortodosse o protestanti che siano, nei loro vari gradi. Tuttavia, e anche piuttosto sorprendentemente, ciò è stato pure alla base di insolite alleanze o collaborazioni “sottobanco”, che hanno visto tutte queste varie realtà anche lavorare gomito a gomito o comunque in parallelo di fronte a cause comuni, e analogamente contro altri fenomeni identificati come nemici comuni.  A tale cospicuo insieme di curiosità, dedicheremo le prossime puntate di questo nostro servizio.


 


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