Nella quarta ed ultima puntata di questo servizio ci dedicheremo, per concludere, ai rami più estremi del pensiero sedevacantista, a cominciare da quelli definiti anche dagli altri stessi sedevacantisti come “apocalittici”. Tra questi spiccano senza dubbio quelli di “Seibo no Mikuni”, ovvero de “Il Regno di Nostra Signora”, nato in Giappone al principio degli Anni ‘70, nella stessa epoca in cui in Europa Mons. Lefebvre dava vita alla sua Fratellanza nel tutto sommato più “moderato” ramo dei tradizionalisti.
Esattamente come molte altre sette giapponesi ed orientali di natura non cristiana, anche l’ultracattolico Seibo no Mikuni vede nella diffusione dell’aborto un segno dell’imminente Apocalisse. Poco nota la biografia del suo fondatore, Yukio Nemoto: convertitosi al Cattolicesimo a 25 anni, aderì nel 1965 alla Milizia di Maria Immacolata, per poi dar vita al proprio movimento, dove prese il nome di Giuseppe di Gesù e Maria Yukio Nemoto.
Cinque sono le condizioni primarie per aderire al movimento: credere ai dogmi dell’Immacolata Concezione, dell’Assunzione e della Mediazione di tutte le Grazie, quest’ultimo proclamato come dogma dallo stesso Yukio Nemoto nel 1981 e celebrato nella seconda domenica di maggio; riconoscere nel movimento l’unica vera Chiesa Cattolica degli ultimi tempi; sostenere che la Chiesa Cattolica Romana dal 1965 sia divenuta la “grande prostituta” menzionata nell’Apocalisse; dichiarare che i Papi da Giovanni XXIII in avanti sono l’Anticristo e la “bestia” ugualmente menzionata nell’Apocalisse; uscire dalla Chiesa Cattolica.
Oltre che dei sedevacantisti apocalittici, potremmo definirli anche degli ultra-mariani sempre apocalittici, andando a costituire una delle eresie più singolari ad oggi esistenti nel vasto mondo cattolico. Yukio Nemoto ha dedicato una sua opera in più volumi all’interpretazione dell’Apocalisse di Giovanni, dove afferma il ruolo messianico del suo movimento che renderebbe “testimonianza” alla verità negli ultimi tempi; per tale ragione il movimento e il suo fondatore sarebbero anche “i due testimoni” a cui i fedeli devono attenersi scrupolosamente. Il fatto che il movimento sia in sé sparuto nei propri numeri, con un piccolo ordine religioso femminile in Giappone di cui è parte la stessa figlia del fondatore e un sacerdote in Guatemala, non lo rende comunque privo di interesse proprio per via dei suoi insoliti contenuti ideologici.
Infatti, dai primi Anni 2000 in avanti, si è comunque registrata una sua discreta espansione nell’ambito latino-americano, dove ha unito la sua già consueta e violenta retorica contro le gerarchie cattolica a quella contro l’Islam e il mondo arabo, cavalcando quindi con una certa fortuna gli eventi scaturiti all’indomani dall’11 Settembre. In una realtà come quella latino-americana, particolarmente sensibile ai messaggi apocalittici e messianici ed altrettanto ricettiva verso le varie nuove chiese soprattutto protestanti che vi fanno ricorso, ciò ha portato quindi a dei comprensibili frutti. E’ anche per questo che il movimento guarda con interesse ad altre realtà dove ugualmente tale disponibilità caratterizza discrete fasce della popolazione o dove essa sta conoscendo un aumento, dal Nord America all’Europa, compreso il nostro paese dove periodicamente si hanno visite di una delle suore dell’ordine madre in Giappone.
In generale la panoramica dei movimenti cristiani dell’Estremo Oriente, cattolici e non, è sempre piuttosto ricca di particolarità. Sebbene la loro penetrazione sia solitamente piuttosto scarsa in Italia, tuttavia alcuni di loro hanno invece sorprendentemente conosciuto negli anni una forte espansione, legata soprattutto ad appoggi politici, economici e mediatici riscossi nel frattempo: si pensi ad esempio ai movimenti cristiani di stampo protestante ed evangelico, cinesi, ma anche filippini e coreani, e via dicendo, particolarmente diffusi nel nostro paese. Ecco perché anche il caso della pur piccola Seibo no Mikuni merita considerazione, dal momento che le sue tesi possono comunque servire da fonte d’ispirazione per altri nuovi movimenti futuri, non soltanto orientali ma anche occidentali, che potrebbero invece conoscere una più facile espansione anche nel nostro territorio.