I gruppi neocarismatici vengono così definiti per distinguerli da quelli carismatici, solitamente presenti nel mondo cattolico benché talvolta resisi autonomi e largamente presenti anche nel mondo ortodosso e protestante, e da quelli pentecostali, sebbene in fin dei conti proprio del Pentecostalismo facciano parte dal momento che ne appartengono alla Terza Ondata, sviluppatasi negli Anni ‘70 ed ’80 del Novecento e nota soprattutto nella sua definizione inglese di “Third Wave”. A rendere ulteriormente ostica la possibilità di distinzione il fatto che i gruppi carismatici, sorti soprattutto negli USA a partire dal 1960, adottino comunque le pratiche del Pentecostalismo anche in seno agli altri rami del Cristianesimo in cui operano, proprio con l'intento di dar loro un rinnovamento nella comunicazione e nella socialità interna: lo si vede, in primo luogo, proprio nella Chiesa Cattolica. Non è dunque sempre facile separare gli uni dagli altri, e nulla vieta che un movimento carismatico nel corso del tempo non possa trasformarsi diventando neocarismatico e viceversa.
Del pari, entrambi hanno una forte diffusione a livello internazionale e, in epoca di piena globalizzazione anche delle culture e non soltanto dei commerci e dell'economia, gruppi che erano sorti in un determinato continente o paese hanno ben presto iniziato ad allargarsi anche altrove, raggiungendo aree e parti di mondo inizialmente molto lontani da loro. Dopotutto, oltre ad un'ampia circolazione delle idee e degli stili di vita, andrebbe ricordato che molte di queste fedi hanno cominciato a mettere radici in altri paesi grazie anche al fenomeno migratorio e al consolidarsi di nuove comunità di stranieri soprattutto nei paesi più industrializzati.
Tra queste si contano ad esempio le Chiese Indipendenti Africane, che hanno raggiunto il nostro paese proprio grazie a molti migranti africani giunti in Italia dagli Anni ‘80 in poi. Importante per esempio la Chiesa del Signore, sorta in Nigeria, o la Chiesa Kimbaguista sorta nella Repubblica Democratica Congo, che con almeno 17 milioni di fedeli è oggi ritenuta tra le più importanti in Africa. Non meno importante la Chiesa Biblica della Vita più Profonda, anch’essa nata in Nigeria e che vanta una forte presenza in Italia, veicolata da molti nigeriani giunti a vivere nel nostro paese. Un'altra, sempre nigeriana ma indubbiamente molto pericolosa, è invece quella dei Ministeri del Calvario la cui missione è di convertire al loro Cristianesimo i musulmani nigeriani: intuibilmente ciò dà luogo a non poche conflittualità. Nel momento in cui i suoi seguaci giungano a vivere all'estero (magari a seguito delle situazioni conflittuali che hanno innescato nel proprio paese, presentandosi a quel punto alle nostre istituzioni come perseguitati politici), non sempre è detto che non possano ripetere quel loro comportamento, che dopotutto vivono come una missione a cui non si può rinunciare. Incontrare concittadini di fede musulmana, in Italia, è per loro facile ma ciò può avvenire anche con musulmani di altre nazionalità, con risultati non molto diversi. Le nostre istituzioni non hanno purtroppo mai controllato con cura la situazione interna a molte moschee italiane, gran parte delle quali oltretutto clandestine, e ciò non permette loro d'acquisire dati completi sulle situazioni di tensione che vengono a crearsi in seno alle varie comunità di stranieri in Italia, magari proprio per motivi interreligiosi; men che meno si ha un analogo controllo delle realtà cristiane, e dei problemi che analogamente vengono a sorgere al loro interno.
Questa tematica purtroppo si ripete pari pari anche per tutte le altre comunità di stranieri presenti in Italia, che siano asiatiche, sudamericane o dell'Europa Orientale. Un caso allarmante, in questo senso, si ha con la Chiesa Universale del Regno di Dio, nata in Brasile e che oggi è attestata intorno ai sei milioni di seguaci: molto potente, se pensiamo che ha potuto acquistare la terza rete televisiva brasiliana, oltre a fondare trenta radio, due quotidiani e una banca, vanta molte presenze anche nel nostro paese in virtù della forte comunità brasiliana in Italia, tra i quali effettivamente non sono certo pochi gli adepti.
Un altro caso ugualmente significativo, quello delle Chiese Domestiche cinesi, un movimento che in madrepatria conobbe in passato una forte diffusione, salvo poi ridimensionarsi pur mantenendosi presente in buon numero all'estero, dove mira ad insinuarsi nelle tante e cospicue comunità cinesi. E' molto difficile identificare e quantificare queste chiese proprio perché, pur predicando pubblicamente nelle aree dove sono solite risiedere le comunità, le loro riunioni comunque tendono tradizionalmente a connotarsi di una certa segretezza. Anche in questo caso, come nei precedentemente illustrati, l'operato delle istituzioni è sempre vago se non proprio assente, e quindi ben poco si sa di simili gruppi. Sappiamo, come avviene nelle chiese appartenenti alla Terza Ondata e non solo, che non di rado al loro interno avvengono episodi che vanno ben oltre i limiti della morale e della legge: questo perché, in essenza, sono spesso e volentieri vere e proprie sette, gruppi chiusi che hanno tutto l'interesse a serbare una certa discrezione in merito a comportamenti interni per così dire “discutibili”. I casi di abusi, lavaggio del cervello, sfruttamento economico e persino sessuale, non ultimo violenze psicologiche e fisiche di vario genere, sono connotazioni tipiche di tali gruppi, indipendentemente dalla loro origine geografica. Tendono inevitabilmente a replicare anche nei paesi in cui si trovano a replicare quei comportamenti per i quali spesso sono stati messi al bando o comunque fortemente avversati in patria.
In Cina, sette riconosciute come pericolose (tra queste non soltanto le chiese domestiche o locali, appartenenti al fenomeno neocarismatico, ma anche altre di legate alle varie ondate del Protestantesimo e non solo) sono state prontamente riconosciute come tossiche e distruttive, e la legislazione insieme alle autorità si sono comportate di conseguenza. Conseguentemente, e ciò non sorprende, esse si sono spostate all'estero, mirando a strappare il consenso delle istituzioni dei paesi ospitanti e millantando d'aver subito un'ingiusta persecuzione, anche con racconti inventati di sana pianta ed ampiamente esagerati. Anche in altri paesi sette che costituivano un problema sono state poste sotto controllo, con azioni e risultati talvolta convincenti; ma ciò non ha ugualmente impedito che altrove potessero ristabilirsi rinfoltendo le loro fila con nuove campagne d'apostolato, non esclusivamente su cittadini della propria nazionalità. In questo senso l'Italia, paese dove l'attenzione delle istituzioni è persino meno accurata che in passato e dove molti rami del mondo della politica e della cultura peggio ancora sposano la causa di tali movimenti, anche le chiese neocarismatiche al pari di numerosissimi altri movimenti settari vedono una sorta di Eldorado in cui poter agire in pressoché totale libertà. Con tutte le conseguenze che intuibilmente ne possono derivare.