La messa al bando e l'estromissione di ONG e sette religiose “politicizzate” operanti sul suolo russo, già mal tollerate dalle autorità governative e dalla maggior parte dell'opinione pubblica, ha cominciato ad intensificarsi da quando ha avuto il via la cosiddetta “Operazione Speciale”, ovvero l'intervento militare russo in Ucraina.
E' del resto un “segreto di Pulcinella” che gran parte di questi gruppi siano vicini ai paesi occidentali oggi giudicati in Russia come ostili o nemici, ovvero gli USA e i paesi europei da cui sono stati formati e finanziati sul suolo russo o che dagli USA e dai paesi europei sono provenuti, in entrambi i casi sempre contando su forti ma discreti appoggi tanto dall'esterno quanto dall'interno, per metter poi radici nel vasto territorio del paese. In altri casi, invece, sono stati piccoli gruppi sorti in Russia in modo autoctono e caratterizzati dall'aspirazione ad ottenere prima o poi dai paesi occidentali un riconoscimento, soprattutto finanziario, paragonabile a quello fornito agli altri movimenti. Parliamo dunque sia di sette religiose sorte in Occidente e poi giunte in Russia contando sull'appoggio diretto ed indiretto dei governi e delle istituzioni USA ed UE, sia di relativi gruppi politici ed umanitari che se ne avvalgono tutelandoli e facendo propria la loro agenda politica. Le prime portano avanti quest'agenda politica neanche troppo sottobanco, dietro una generica linea pseudoreligiosa o pseudospirituale, i secondi compiono la medesima operazione dietro un'altrettanto generica linea pseudoumanitaria basata sui diritti umani e la libertà religiosa.
Sebbene molte ed importanti sette d'origine occidentale come Scientology o i Testimoni di Geova siano state da tempo messe al bando in Russia, altre comunque si sono poi aggiunte alla lista nera a partire dall'inizio della guerra in Ucraina, a dimostrazione di un sempre maggior zelo delle autorità russe nella lotta all'operato di formazioni giudicate, per le loro in attività, in intelligenza col nemico. La Società Teosofica, sorta a New York dal circolo intellettuale di Helena Blavatsky negli anni della maggior fascinazione per l'esoterismo in Occidente, e ben presto estesasi anche in Russia, col tempo ha iniziato a conoscere operazioni sempre più stringenti. Anche altre sette sorte al di fuori dell'Occidente, ma rapidamente entrate nelle sue grazie in quanto funzionali alla sua agenda politica verso i paesi non allineati al “Washington consensus”, in Russia sono ugualmente finite negli ultimi anni nella lista nera. Tra queste, ad esempio, si può annoverare il Falun Gong, nato in Cina e fortemente sostenuto da USA, UK ed UE in virtù della sua smaccata ostilità al governo di Pechino.
Un'attenzione particolare, soprattutto nell'ultimo anno, le autorità russe l'hanno riposta comunque ai gruppi satanisti, indipendentemente che fossero di provenienza esterna od autoctoni. Chi avrà letto certi articoli pubblicati in questo portale negli ultimi mesi, avrà notato come l'azione verso tali sette in Russia abbia cominciato a farsi sempre più stringente e capillare, a cercar di rimediare ad anni ed anni di grave sottovalutazione e persino incuria del problema che rappresentavano non soltanto per la vita dei propri adepti, ma anche per quella di molti altri comuni ed innocenti cittadini, date le loro azioni eversive o terroriste tese a sconvolgere l'ordine pubblico.
Sebbene tardiva, l'azione delle autorità russe si può dunque ora definire corposa, tesa non soltanto a mettere all'angolo tutti questi gruppi pseudoreligiosi di riconosciuta pericolosità, ma anche quelle fondazioni ed associazioni tramite le quali dall'Occidente giungono in Russia i fondi necessari alla loro espansione e al loro sostentamento, o che svolgono un ruolo di pressione politica e mediatica che le rende ben più che la loro “difesa d'ufficio”. Un caso molto importante è rappresentato dall'ONG moscovita SOVA Center for Information and Analysis, per la quale la Corte Cittadina di Mosca ha deliberato lo scioglimento lo scorso 27 aprile, che dietro l'immagine ufficiale di voler tutelare le libertà religiose e i diritti umani in Russia mira in realtà a perorare la causa dei gruppi settari più impresentabili. La sua direttrice, Olga Sibireva, il 28 settembre dello scorso anno era per esempio a Varsavia per un evento tenuto dall'ONG CAP-LC, insieme ad esponenti d'altre analoghe entità, ad ammucchiare “prove fabbricate” con cui ottenere nel territorio dell'UE la messa al bando di varie istituzioni impegnate nella lotta al fenomeno del settarismo religioso, come la FECRIS per la cui branca francese è infatti recentemente iniziata una campagna tesa alla sua liquidazione. Com'è noto e come del resto anche è stato in passato riportato su questo portale, non soltanto vari governi europei ma persino lo stesso Consiglio d'Europa s'è dimostrato assai sensibile e ben disposto nell'accogliere le loro richieste.
Se in Europa oggi davvero si mira a legalizzare l'operato di qualsiasi gruppo settario mascherandosi dietro la libertà religiosa e i diritti umani, ed uniformandosi in pratica al modello americano, diventa a quel punto fattibile l'ipotesi di poter chiedere lo scioglimento d'associazioni ed istituzioni impegnate invece nella lotta a questi pericolosi fenomeni. Ciò può aprire, ed in parte già le sta aprendo, delle immense e rischiose praterie.