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Qualche altra apparizione agostana del Falun Gong in Italia

2023-08-29 16:00

OS

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Qualche altra apparizione agostana del Falun Gong in Italia

Sempre poche, in verità, ed altrettanto poco partecipate, le apparizioni del Falun Gong in Italia nel mese di agosto. Spesso ci ritroviamo a parlarne,

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Sempre poche, in verità, ed altrettanto poco partecipate, le apparizioni del Falun Gong in Italia nel mese di agosto. Spesso ci ritroviamo a parlarne, seppur con uno spirito di servizio che mischia il divertimento con la noia, giacché davvero mai nulla di veramente nuovo si palesa ai nostri occhi. 

 

Anzi, a dire il vero, qualche modesta novità stavolta si sarebbe pur vista, ma giusto un cambio di sede: a Milano, per esempio, alcuni praticanti del Falun Gong si sono radunati per il 13 agosto a compiere i loro tipici “esercizi di coltivazione spirituale", ma non nella consueta zona di Via Sarpi, forse ultimamente non troppo ben frequentata e per giunta a dir poco asfissiante ad agosto in pieno giorno, ma sotto la più ospitale Rotonda della Besana, zona non molto distante e soprattutto più ombreggiata e tranquilla. Gran parte di loro, come consueto nella realtà milanese, erano della locale comunità, ma in generale non invadevano più di un solo pezzo di porticato. Inutile dire che siano passati pressoché inosservati, in una città certamente popolosa ma pur sempre assottigliata nelle sue presenze dall'imminente Ferragosto, e in cui i tanti visitatori da turismo di massa hanno certamente ben altro a cui pensare che le strane preghiere di qualche “devoto”. 

 

Qualche giorno dopo, il 19 agosto, una nuova riunione del Falun Gong, stavolta sulla spiaggia di Marina di Alberese, nel grossetano: quattro gatti, gatti italiani, circondati da pochi bagnanti non proprio tanto incuriositi dalle loro curiose pratiche. Nulla di rilevante, in quella che ormai è una località dove talvolta alcuni di loro son soliti riunirsi nella bella stagione, con un piccolo gruppo a cui evidentemente i residenti si son giocoforza abituati. E' una buona località balneare, di quelle dove è solito recarsi soprattutto un pubblico piuttosto benestante, che ha tempo e possibilità per dedicarsi a cose a livello popolare giudicate di nicchia: non a caso, là, i residenti sono ormai tutti un po' abituati a vedere gente eccentrica. Vien da chiedersi, per lo stesso motivo, come mai gli adepti del Falun Gong non si facciano mai vedere allora anche in Versilia, altra meta solitamente molto ambita: forse il terreno non è ospitale, o forse ci son troppi locali chiassosi a disturbar la serenità dei loro riti, chissà.

 

Un'altra apparizione, pochi giorni dopo, a Firenze, presso il Parco delle Cascine: zona vasta, ma alberata, che in una città dove il mese di agosto è a dir poco spietato offre almeno un po' di rifugio dalla pressante afa. Là, immersi in un parco dove ugualmente le presenze intorno a loro erano in quel momento praticamente nulle, i devoti del Falun Gong hanno potuto nuovamente esprimersi nei loro famosi esercizi. Anche stavolta, un pugno di persone, invero un po' più numeroso di quante viste meno di una settimana prima a Marina di Alberese, ma pur sempre ben lontane anche dal contenuto numero di Milano alla Rotonda della Besana. Senza rinforzi dalla comunità cinese di Via Sarpi, contando solo sulla disponibilità della davvero sparuta “fazione italiana”, più di tanto nel nostro paese il Falun Gong non può fare: come detto anche in altre occasioni, uno spettacolo spesso controproducente ai fini dell'immagine, certamente comunque sempre stravagante.

 

Certo, ad agosto non si possono far miracoli, e questo è più che chiaro, ma se pensiamo che sempre in quei giorni, in Francia, il Falun Gong era in grado di convocare a chiamata un ben maggior numero di adepti… Il riferimento è alla concentrazione del 26 agosto tenutosi a Place de la République, a Parigi, dove un gruppo di sostenitori del Falun Gong ha come da tradizione tenuto i suoi esercizi rituali e successivamente sfilato coi consueti striscioni a sostegno della setta. Non mancavano, ovviamente, anche slogan e contenuti dove si denunciavano le solite false accuse contro Pechino, da essi accusata di reprimere selvaggiamente la setta: ma quelli, al pari di tutti gli altri slogan e manifesti, li vediamo sempre anche in Italia. Secondo gli organizzatori, un successo epocale, ma a ben vedere siamo anche in questo caso assai lontani dai numeri ottenuti soltanto un anno fa, a tacer dei precedenti. 

 

Certo, il numero di presenti a Parigi superava di gran lunga quello del Falun Gong italiano in ogni sua apparizione nella Penisola, a riprova che bene o male Oltralpe la setta vanta un ben più folto seguito. Se poi vi associamo anche il numero di militanti giunti per l'occasione da altri trenta paesi europei, ben si capiscono i numeri, comunque sempre non esagerati; cosa che, ripetiamo, dovrà prima o poi far riflettere i vertici e i simpatizzanti della setta, a meno che già non lo facciano; poiché, piaccia o meno a costoro, non sono comunque più quelli di prima. A maggior ragione in una città enorme come Parigi, capitale con quasi 2,3 milioni di abitanti e dove si è soliti a manifestazioni ben più partecipate come quelle tenutesi contro il governo e le sue politiche di austerità, o contro le non certo migliori politiche comunitarie, o ancora contro la repressione poliziesca nei confronti della locale comunità araba ed africana. Insomma, esattamente come a Roma (ma il discorso vale pari pari anche per città come Milano o Firenze), poche persone in mezzo a tanta popolazione, ovunque le si mettano, non fanno mai la differenza: piuttosto, passano inosservate e subito dopo se le dimenticano tutti. 

 

 


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