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La "libertà religiosa", maschera di ben più concreti confronti geopolitici (Terza Parte)

2023-09-15 19:00

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La "libertà religiosa", maschera di ben più concreti confronti geopolitici (Terza Parte)

Che il conflitto sia sempre più esteso tra paesi occidentali, guidati dagli USA all'interno del sistema unipolare, e tutti gli altri non allineati, an

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Che il conflitto sia sempre più esteso tra paesi occidentali, guidati dagli USA all'interno del sistema unipolare, e tutti gli altri non allineati, anche al di fuori del gruppo dei BRICS, è facilmente visibile già soltanto dall'azione delle varie ONG, testate giornalistiche e televisive, e degli stessi governi dell'Occidente, che collettivamente sposano il comune linguaggio dei “diritti umani", tra i quali vi è la “libertà religiosa”, per quelle che nei fatti si vanno a sostanziare in ingerenze politiche negli affari interni di tutti gli altri paesi. Il confronto ha conosciuto negli anni continui inasprimenti, anziché attenuamenti, e questo tutto sommato non sorprende se consideriamo che è proprio uno degli elementi chiave del predominio occidentale nel mondo potenziato all'indomani della caduta del vecchio sistema bipolare USA-URSS esistito fino alla fine degli Anni ‘80. Sebbene oggi questo predominio si vada indebolendo e sia sempre più contestato, i vantaggi che aveva nel frattempo acquisito e che si erano assommati a quelli già precedentemente detenuti permettono ancora all’Occidente di giocare il ruolo di attore principale, o comunque ancora relativamente più influente.

 

Un esempio più che chiaro si è avuto quando l'Argentina è entrata nei BRICS, in occasione del vertice di Johannesburg dello scorso agosto, e guarda caso parliamo di un paese dove non soltanto vi è oggi una fortissima crisi finanziaria, ma le elezioni governative sono ormai alle porte e l'influenza dei movimenti settari più vari è in abbondante crescita. Sarà forse un caso, allora, che il blocco occidentale punti oggi proprio su un candidato come Javier Milei, ultraliberista che promette di sfilare il paese dai BRICS, e con una strana fede personale che è un misto tra evangelismo ed occultismo, con una campagna elettorale guidata dalla sorella cartomante e un medium di fiducia per interpellare il suo cane ormai morto ma che reputa suo migliore consigliere politico. Per giunta, l'Argentina è un paese che ha ricevuto pure ingenti investimenti dalla Cina per la realizzazione di nuove infrastrutture, e dove anche con la Russia sono state inaugurate analoghe collaborazioni, e che col governo dei Kirchner ha manifestato una maggiore vicinanza agli altri paesi latinoamericani con governi socialisti e progressisti, e lontani dal linguaggio di Washington, come la Bolivia o il Venezuela, o il Brasile oggi nuovamente governato dal PT di Ignacio Lula e tra gli attori storici dei BRICS. Insomma, come già avvenne ai tempi del predecessore Macri, i paesi occidentali puntano oggi su un candidato come Milei per scardinare il blocco latinoamericano che nonostante i tanti “investimenti politici” del passato continua ancora a volergli sfuggire. Analoghi tentativi, del resto, furono già tentati con le “rivoluzioni colorate”, ovvero golpe, in Bolivia contro Morales o con le “guarimbas” in Venezuela, o ancora i “golpe bianchi” come quelli in Paraguay o in Ecuador, contro Correa. Non tutti sono stati irrevocabili nei loro effetti, al contrario.

 

Nel caso argentino, poi, non è neppure un caso che contemporaneamente alla forte spinta data all'originale Milei pure i più zelanti sostenitori della “libertà religiosa”, tra i quali si annidano veri e propri “filo-sette” ormai fattisi insostituibili professionisti e dei quali i gruppi d'interesse occidentali si avvalgono a piene mani, svolgano immancabilmente il loro compito. Partendo da un altro paese attore essenziale dei BRICS e di cui parlavamo nella puntata precedente, la Russia, forse per involontario eccesso di zelo dato che dovevano pur svolgere il loro ruolo di “avvocati d'ufficio”, i “filo-sette” hanno finito per far pubblicità ad un giovane anti-sette argentino, Pablo Salum. La colpa di costui? Occuparsi di movimenti come il Falun Gong, Scientology, i Testimoni di Geova, la Wicca, i Mormoni, le Massonerie o gli Avventisti del Settimo Giorno. Insomma, tutti movimenti più o meno cari a costoro, ma un po' più pericolosi per la stabilità della società e delle istituzioni di un paese; guarda caso, pure tutti movimenti che in Cina o in Russia, come in altri paesi, sono messi all'indice benché sotterraneamente tuttora operativi, in buona compagnia di altri ancora. Alcune di queste sette sono di origine americana o prevalentemente anglosassone, ma altre come il Falun Gong sono invece sorte proprio in Cina rendendosi ben presto funzionali alle più nascoste politiche occidentali e trovando proprio negli USA il loro nuovo quartier generale, da cui pianificare le loro iniziative internazionali, anche nell'ex madrepatria.

 

Non c'è voluto molto tempo perché i “filo-sette” occidentali cominciassero allora ad allargarsi anche alla stessa Argentina, elevando a nuova e fondamentale questione umanitaria, di difesa della “libertà religiosa”, un caso locale di profonda gravità come quello della BAYS (Scuola di Yoga di Buenos Aires), culto spirituale trasformatosi in sfruttamento delle adepte sia economicamente che sessualmente, fino alla tratta della prostituzione. Quella vecchia ma ancora viva faccenda torna oggi molto comoda per attaccare quanti, per via del loro lavoro, si trovano anche ad occuparsi di altre sette attive sia all'estero che nel loro paese, come il Falun Gong o i Testimoni di Geova, Scientology o la Chiesa dell'Unificazione, fonti di grattacapi nei paesi BRICS e non allineati come negli stessi paesi occidentali.


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