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Le psicosette: conoscerle per evitarle

2020-02-12 14:00

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Le psicosette: conoscerle per evitarle

Negli ultimi decenni anche in Italia si sono diffuse le "psicosette", associazioni che dietro una facciata accattivante nascondono una realtà ben diversa.

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Premessa

 

Le persone che si rivolgono allo psicoterapeuta hanno spesso il timore di diventare “dipendenti” da chi li cura, e di non riuscire più a farne a meno. Il timore è quello, enfatizzato da romanzi e film, di sentirsi costretti, ad esempio, a telefonare al terapista a qualsiasi ora, per chiedere consigli e pareri su ogni cosa. Si tratta di un timore ingiustificato: tra gli obiettivi di una psicoterapia c’è quello di aumentare la conoscenza di sé, permettendo così al paziente di effettuare serenamente scelte che riguardano la propria vita e che il disagio mentale (ansia, fobia, depressione o altro) aveva reso difficile e doloroso.

 

In pratica una psicoterapia ben riuscita rende la persona più sicura di sé e più libera di agire nel mondo.

 

Ad un certo punto della terapia, entrambi gli attori, paziente e terapeuta, avvertono che la cura sta terminando, ed inizia così un processo di progressivo distacco. Questo succede anche, se pure con modalità differenti, nelle terapie di coppia o di gruppo.

 

In alcuni tipi di psicoterapie il numero di sedute è preordinato e fa parte integrante del setting, cioè della “cornice” che inquadra la psicoterapia (e che comprende il numero settimanale di sedute, la loro durata, il luogo della cura e altre regole).

 

Chi esercita la psicoterapia, medico o psicologo, non solo è laureato, ma possiede un’abilitazione all’esercizio della psicoterapia, che attesta gli studi e il training effettuato, mentre i suoi titoli professionali sono pubblici e verificabili presso l’Ordine professionale.

 

Nella giungla

 

Negli ultimi decenni nel mondo occidentale si è diffuso il fenomeno delle cosiddette psicosette. Non è facile dare una definizione di cosa sia una setta, per cui la definizione precisa di psicosetta è ancora più difficile, dato che spesso si tratta di gruppi fludi, che si formano e si modificano rapidamente.

 

Una definizione operativa, cioè utile per lo scopo pratico di questo articolo (informare e mettere in guardia) può essere la seguente: “psicosetta è qualunque gruppo che usi tecniche di controllo mentale e tecniche di reclutamento ingannevoli”.

 

Il fenomeno, nato negli USA, si è diffuso rapidamente ed è presente anche in Italia.

 

Dal sito internet http://www.assotutor.it/psicosetta.htm, (l’associazione Tutor assiste le vittime di plagio e manipolazioni mentale):

 

“Il 29 Aprile 1998, dopo circa due anni di indagini, Giorgio Napolitano, allora Ministro degli Interni, ha inviato alla Commissione per gli Affari Costituzionali della Camera dei Deputati del Parlamento Italiano un rapporto del Dipartimento di Pubblica Sicurezza intitolato "Sette religiose e nuovi movimenti magici in Italia". In questo rapporto, nella classificazione delle sette si fa esplicito riferimento ad una categoria denominata "psicosette".

 

Il rapporto afferma che in Italia esistono "movimenti per lo sviluppo del potenziale" (self-improvement), detti anche "psicosette".


Secondo il Dipartimento di Pubblica Sicurezza queste sono le sette degne di maggiore attenzione, in quanto principalmente su di esse si accentrano le accuse di destrutturazione mentale e d'indebito arricchimento ai danni degli affiliati.

 

E' un dato ormai acquisito, sulla base di testimonianze prestate da molti fuoriusciti e di accertamenti condotti da organi di polizia giudiziaria, che taluni movimenti, specialmente le "psicosette", sia nella fase di proselitismo che in quella d'indottrinamento degli adepti, ricorrano a sistemi scientificamente studiati per aggirare le difese psichiche delle persone irretite, inducendole ad un atteggiamento acritico e all'obbedienza cieca.

 

Si utilizzano meccanismi subliminali di fascinazione e il cosiddetto "lavaggio del cervello" (brainwashing) o altri consimili metodi atti a limitare la libertà di autodeterminazione del singolo, allo scopo di reclutare nuovi seguaci e mantenere quelli già caduti nella rete.

 

Nella relazione del Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero degli Interni si afferma che questo risultato si otterrebbe imponendo un percorso articolato in tre tappe:

 

1) isolamento (allontanamento dalla comunità sociale e dal contesto familiare, "Love bomb", rimozione della privacy, dipendenza finanziaria);

2) indottrinamento (rigetto dei vecchi valori, sottoposizione a letture di difficile comprensione, incoraggiamento all'obbedienza, al senso gerarchico, conformità, ecc.);

3) mantenimento (attività fisica prolungata, impegno mentale continuo e privazione del sonno, alimentazione poco equilibrata, pressione psicologica costante, induzione di senso di colpa e paura, ecc.).

 

Talvolta questi gruppi propongono seminari ed incontri di introspezione, incrementi di capacità, ecc.. Lo scopo può essere realmente raggiunto e questo rinforza la convinzione dell'adepto. I movimenti per lo sviluppo del potenziale umano, ovvero le psicosette, rappresentano una novità tutta occidentale, dove si condensano intuizioni psicanalitiche, proposizioni morali e metodologie pretenziosamente scientifiche. Si sono formate tutte nell'ultimo trentennio.

 

Le psicosette sono ritenute le più pericolose, perché sono capaci di operare una destrutturazione mentale negli adepti, conducendoli talvolta alla follia o alla rovina economica, per cui sono definite anche "culti distruttivi".

 

Le tecniche di manipolazione mentale sono state studiate dalla psicologa Margaret Thaler Singer, che nel suo libro Cults in Our Midst (1995) sostiene che le sette psicoterapiche forniscono un buon esempio di come i leader utilizzano le tecniche di persuasione psicologica, in modo particolare la manipolazione emotiva e la pressione dei pari.

 

A me non può succedere?

 

E’ importante conoscere l’esistenza di queste associazioni e di questi meccanismi, perché tali associazioni hanno spesso una “facciata” rassicurante, presentandosi come centri di studio, di mutuo aiuto, nei quali il nuovo arrivato viene accolto con grande cordialità e manifestazioni di amicizia e circondato da interessamento e affetto (“Love bomb”). Spesso la persona viene introdotta nel gruppo da un amico o da un collega, per cui si instaura subito un rapporto di fiducia che rende difficile accorgersi dell’inganno. In seguito si inizia il programma di seminari, corsi di studio o percorsi di vita, naturalmente a pagamento; non si parla in genere di terapia, ma di “problemi”, di “crescita” interiore, di “percorso”.

 

Una volta instaurato questo rapporto di fiducia con uno o più membri della setta, si rimane sempre più invischiati nella rete.

 

Tutti hanno avuto periodi nei quali problemi esistenziali, personali, familiari o di lavoro hanno indotto una sensazione di solitudine, l’impressione di non essere apprezzati e considerati a sufficienza. Su questi sentimenti, tipici della natura umana, fanno leva tali associazioni. Mantenendo questa condizione di bisogno (e quindi facendo proprio il contrario di quanto dicono) si servono degli adepti per ottenere innanzitutto denaro, ma anche lavoro gratuito.

 

Un esempio di comunicazione manipolativa all’interno della setta potrebbe essere questo: la vittima ha espresso alcune perplessità sull’organizzazione; l’interlocutore potrebbe rispondere così (tra parentesi le mie osservazioni sulla comunicazione):

 

“Davvero pensi questo? Peccato, mi dai un grande dolore, dopo tutto quello che ho fatto per te (colpevolizzazione); sai, lo dovrò dire anche a X e Y, e ne non saranno contenti (mancanza di privacy). Guarda che stai prendendo una brutta strada (attacco alla persona); forse non stai bene, ultimamente mi sembravi triste (suggestione negativa), non sarà che il tuo fidanzato (tua mamma, tuo marito) ti sta dando dei problemi (attacco agli affetti familiari)? A me puoi dirlo, lo sai... ”

 

Oppure: “Evidentemente, dopo tanto tempo, non hai ancora ben chiari gli obiettivi (attacco alla persona: il concetto non viene messo in discussione, è la vittima che non capisce); dovresti studiare/meditare/pregare di più. Se vuoi, sono disponibile ad aumentare i colloqui (oppure: la settimana prossima inizia un corso, ormai è tutto prenotato, ma vedrò di inserirti in qualche modo)”.

 

Non c’è confronto di tesi o di idee, solo colpevolizzazione e svalutazione della persona, che si sente sempre più confusa e “sbagliata”, prova vergogna e disagio.

 

Se la vittima si arrende e chiede scusa o cambia opinione, viene riaccolta nel gruppo con gioia, sollievo e manifestazioni di affetto.

 

Un esempio letterario molto bello del potere della manipolazione mentale è quello della manzoniana Gertrude dei Promessi Sposi, la famosa Monaca di Monza, che si ispira a un fatto realmente accaduto.

 

La giovane (16 anni) era destinata a diventare monaca nell’interesse della famiglia, mentre in realtà non aveva nessuna vocazione per la vita claustrale. Fin da piccola le erano state regalate bellissime bambole vestite da monaca, ed era stata allevata per anni all’interno di un convento, dove alcune suore, istruite dalla famiglia, le prospettavano un luminoso futuro da badessa.


Dal momento che la scelta della monacazione doveva essere volontaria e che la Chiesa, proprio per evitare forzature da parte dei familiari, prevedeva vari passaggi, la giovane viene indotta passo passo ad effettuare una scelta che le ripugna.


Ogni movimento in direzione contraria è sanzionato col disprezzo e la colpevolizzazione da parte dei familiari, soprattutto del padre, mentre ogni cedimento della fanciulla riceve la più entusiastica approvazione. Gertrude, isolata dalle consimili, desiderosa dell’affetto dei familiari, messa davanti a situazioni apparentemente senza altra via d’uscita (ormai hai detto di sì una volta, se ora dici di no disonori te stessa e la tua famiglia) alla fine cede, e si avvia al suo tragico destino.

 

Manzoni descrive magistralmente questo processo di manipolazione, che è antico quanto l’uomo: le psicosette non hanno inventato nulla di nuovo, ma sfruttano per i loro fini il desiderio di essere accettati e amati e di vivere con serenità, che è implicito in tutti noi, e che ci rende pertanto vulnerabili ma anche umani.

 

 

Bibliografia

Margaret Thaler Singer, J.Lalich, Cults in Our Midst, Pubblicato nel 1995 da Jossey-Bass Publishers, ISBN 0-7879-0266- 7

Margaret Thaler Singer, Psicoterapie folli, Centro Studi Erickson, 2002

Patrizia Santovecchi, I culti distruttivi e la manipolazione mentale, EDB (2004)

Cecilia Gatto Trocchi, Le sette in Italia, tascabili economici Newton, 1994, pp.60-70.

 

Articolo a cura della Dr.ssa Franca Scapellato, Psichiatra, Psicoterapeuta, pubblicato su Medicitalia.it


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